Tullio Pericoli, cinquant'anni di paesaggio in mostra ad Ascoli

Dal 21 marzo, la personale del maestro di Colli a palazzo dei Capitani

La presentazione dell'esposizione nella sede della Fondazione Carisap

La presentazione dell'esposizione nella sede della Fondazione Carisap

Ascoli, 18 gennaio 2019 - ‘Forme del paesaggio. 1970-2018’: questo il nome della mostra di Tullio Pericoli che, a distanza di dieci anni esatti dall’ultima personale del maestro di Colli (‘Sedendo e mirando: i paesaggi dal 1966 al 2009’), verrà inaugurata il prossimo 21 marzo, a palazzo dei Capitani. Aperta al pubblico dal giorno dopo, l’esposizione rimarrà ad Ascoli fino al 3 maggio 2020, con possibilità di proroga a settembre 2020. Ben 165 le opere di Pericoli che, come in un viaggio a ritroso, racconteranno i quasi cinquant’anni di ricerca che l’artista ha dedicato al tema del paesaggio.

La mostra è stata possibile grazie alla Fondazione Carisap che l’ha realizzata, e soprattutto sostenuta finanziariamente (225 mila euro il costo). ‘Si tratta – dice il presidente della Fondazione Carisap, Angelo Galeati – di un progetto importante che ho voluto riprendere personalmente con l’aiuto del consiglio di amministrazione della Fondazione e delle istituzioni. E’ un modo per celebrare un artista famoso, a cui Ascoli e la vallata hanno dato i natali. Parte del budget è stato destinato alla comunicazione dell’evento a livello nazionale, e quindi l’evento potrà portare un indotto importante di cui Ascoli potrà beneficiare’.

In esposizione ci saranno le opere del periodo iniziale che si identifica nel ciclo delle ‘geologie’ (1970-1973), costituito da immagini stratificate, sezioni materiche, strutture sismiche. La fase successiva (1976-1983) pone in evidenza un diverso trattamento del tema paesaggistico con vedute luminose e lievi-acquerelli, chine e matite su carta, spazi aerei che l’artista concepisce come orizzonti immaginari, memorie di alfabeti, tracce di antiche scritture. L’esplorazione di nuove morfologie paesaggistiche si avverte in un consistente gruppo di opere (1998- 2009) che, dopo aver rappresentato lo scenario dei colli marchigiani, va progressivamente esplorando i dettagli della natura, i segni e i solchi delle terre.

L’esposizione documenta, infine, in modo ampio e articolato, la stagione più recente (2010-2018) in cui Pericoli ha individuato nuove profondità del paesaggio, con continui rinnovamenti dell’esperienza pittorica. Significativa è la sala che apre il percorso della mostra, dedicata alle opere che traggono origine dagli sconvolgimenti paesaggistici dovuti agli eventi sismici: forme dissestate, movimenti tellurici del segno e del colore, con immagini restituite in tutta la loro drammatica fragilità. ‘Per questa mostra – dice Pericoli – ho recuperato dei quadri degli anni ‘70 che tenevo in cantina, accorgendomi che c’era una strana vicinanza con le opere di adesso. L’esposizione rappresenta completamente tutto il mio lavoro sul paesaggio, dagli anni ‘70, appunto, a oggi. La prima sala, quella che ha a che fare con il terremoto, è quella a cui tengo di più. Ci saranno una decina di quadri che fanno riferimento a quello che è successo ad alcuni paesi dei dintorni’.