Ascoli Piceno, 28 gennaio 2011 - "LA COSA importante è che siamo tornati davanti alle fabbriche", con queste parole Luca Gaspari, segretario ascolano di Rifondazione Comunista ha commentato il picchetto organizzato davanti alla Pfizer. Una decina di persone che hanno manifestato la loro solidarietà agli otto dipendenti licenziati lo scorso aprile, reintegrati dal Tribunale di Ascoli a Natale e subito rimandati a casa un’altra volta dall’azienda, che, comunque, continua a pagare loro lo stipendio.

Un caso che ha fatto molto discutere, e per il quale è ancora in corso una vicenda giudiziaria molto complessa, con l’Appello che avrà luogo ad Ancona soltanto il prossimo mese di settembre. «Il ricatto attuato dalla direzione della Pfizer — dicono gli esponenti di Rifondazione — ci porta indietro a luglio del 2010», riferimento alla vicenda della Fiat di Melfi, quando tre operai furono tenuti a casa stipendiati malgrado una sentenza del giudice che imponeva il reintegro nel ciclo produttivo. In quell’occasione, però, la dirigenza della fabbrica torinese si giustificò dicendo che su quei tre dipendenti pendeva l’accusa di sabotaggio. Il Tribunale del lavoro sta ancora valutando la vicenda.

"E’ il metodo Marchionne — dicono ancora gli esponenti del partito — che fa scuola e si presta ad essere adottato in tutta Italia con conseguenze disastrose sulle condizioni di lavoro di tutti. Per questo dimostriamo solidarietà con i lavoratori Pfizer sotto ricatto ed esortiamo tutti a sostenere le lotte locali connettendole con quelle nazionali, a partire dalla vertenza Fiat".

Così, domani quattro pullman partiranno da Ascoli alla volta di Ancona, dove si terrà la manifestazione della Fiom proprio contro l’ad della Fiat Marchionne. Oltre che alla Pfizer, la linea di ‘pagare per non lavorare’ i dipendenti reintegrati dal Tribunale, è stata applicata anche alla Oviesse di San Benedetto nei confronti di tre delle proprie dipendenti licenziate lo scorso mese di febbraio. Altro segnale del cambio che in questo periodo sta avvendendo nelle relazioni industriali: più controllo aziendale sull’amministrazione della fabbrica, spesso a scapito dei diritti dei lavoratori.