
Beko: protesta e Fabio al lavoro in ditta
Ascoli, 13 febbraio 2025 – La data da segnare in rosso, sul calendario, è quella del prossimo 24 febbraio. Quel giorno, con il nuovo tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy, gli operai della Beko di Comunanza avranno sicuramente più certezze sul proprio futuro. Dopo gli ultimi spiragli più che positivi, visto che i posti degli oltre 300 lavoratori dello stabilimento piceno non sembrano più essere a rischio al contrario di quanto annunciato dalla multinazionale a novembre.
Allora infatti si pronosticò la chiusura della fabbrica di Villa Pera alla fine del 2025, ma dopo gli ultimi incontri proprio al dicastero del lavoro, i dipendenti attendono ulteriori novità.
La sensazione nello stabilimento, tra i diretti interessati, comunque, è che il peggio sia passato, come conferma anche Fabio Capolongo, operaio a Comunanza da ben 31 anni.

Capolongo, che atmosfera si respira dopo l’ultimo incontro avvenuto a Roma lunedì?
“C’è un cauto ottimismo, diciamo così. Personalmente credo che la battaglia non sia ancora vinta, ma siamo a buon punto. Almeno è stato superato il varco più temuto, quello relativo all’ipotesi di chiusura dello stabilimento. Si è aperto un dialogo tra le parti e l’esperienza mi insegna che finchè si discute significa che si va avanti. Ora bisogna però raggiugere l’obiettivo”.
Qual è il suo auspicio e quello dei suoi colleghi?
“Mi auguro che il nuovo piano industriale che la Beko presenterà il prossimo 24 febbraio preveda anche investimenti. Altrimenti si tornerebbe a parlare degli stessi problemi nel giro di qualche anno e si allungherebbe soltanto l’agonia. Invece, se davvero si vuole puntare su questa fabbrica è doveroso investire e dare un futuro a tutti quei giovani che lavorano con me. Non parlo, appunto, per chi potrà usufruire dei prepensionamenti, che comunque chiuderà qui la propria carriera da lavoratore, ma per i tanti ragazzi che hanno contratti a termine e che, soprattutto nell’ultimo biennio, hanno contribuito a mantenere attivo lo stabilimento. Ciò che chiediamo, tutti, è un piano di rilancio”.
Ci dica la verità, ha avuto paura di perdere il posto?
“Un po’ di timore l’abbiamo provato, ciò è innegabile. Tra l’altro, ho un figlio di 24 anni che poco tempo fa è stato mandato via dalla Pfizer. L’emergenza occupazionale, sul territorio, è evidente. Alla Beko di Comunanza dal 2009 viviamo una situazione particolare, tra cassa integrazione e contratti di solidarietà. Ma stavolta siamo stati messi veramente in discussione e sì, abbiamo avuto paura”.
Di chi è il merito se è stata scongiurata la chiusura?
“C’è stata una grande compattezza tra tutti i lavoratori, i sindacati e anche i nostri rappresentanti politici. Questo spirito di squadra ci porterà a raggiungere il nostro obiettivo di rilanciare ulteriormente lo stabilimento di Villa Pera. Ne sono certo”.