
Una delle proteste dei lavoratori Beko marchigiani dei mesi scorsi
Il nuovo piano industriale, comunque, verrà presentato in maniera più dettagliata nel prossimo tavolo ministeriale convocato per il 24 febbraio. E quella tappa, in questa lunga maratona, sarà probabilmente decisiva. L’obiettivo dei sindacati è uno solo: evitare licenziamenti e tutelare il maggior numero dei posti di lavoro.
Ma i rappresentanti dei lavoratori non sono soddisfatti dell’incontro di ieri. «Il piano industriale di Beko ha poche novità rispetto a quello presentato il 20 novembre a Roma. Tuttavia il punto di partenza era così drammatico, che pur con alcune modifiche da verificare anche il nuovo piano si presenta insufficiente e suscita dubbi sulle prospettive industriali e sulla sostenibilità sociale – sottolineano in una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm, Uglm, che al momento non vedono possibilità di un’intesa -. Per quanto concerne la fabbrica di Cassinetta è stata ritirata la decisione di dismettere due linee di montaggio: gli esuberi si abbasserebbero a 350, a fronte degli originari 540. A Comunanza si sta valutando un piano alternativo alla chiusura, con un livello produttivo economicamente sostenibile che verificheremo nel merito e nella concretezza al prossimo appuntamento. A Melano e a Carinaro si conferma il numero originario rispettivamente di 68 e di 40 esuberi».