Whirlpool, incontro al Mise. Ma l’azienda dà forfait

L’appello del sindaco di Comunanza Cesaroni per i 340 posti a rischio se arriva la chiusura: "Dipendenti che provengono da tutta l’area montana"

Un’operaia al lavoro

Un’operaia al lavoro

Ascoli, 6 ottobre 2022 - Trecentoquaranta. Tanti sarebbero i posti a rischio allo stabilimento Whirlpool di Villa Pera, a Comunanza, nel caso in cui dovesse concretizzarsi quella che, fino ad ora, sarebbe soltanto un’intenzione annunciata dalla multinazionale, che ha sede anche a Fabriano. L’intento dell’azienda, infatti, è quello di lasciare la cosiddetta area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) entro giugno 2024. La scorsa settimana era stato indetto un incontro al Mise per fare il punto della situazione.

Ebbene, nonostante fossero regolarmente presenti i ministri allo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e quello al lavoro Andrea Orlando, c’è stato il clamoroso forfait da parte dei rappresentanti della multinazionale. Questi ultimi hanno chiesto, mediante una lettera, il rinvio della discussione al 21 ottobre per fornire eventuali aggiornamenti sull’eventuale dismissione delle attività produttive dall’area Emea.

Un’assenza, quella della Whirlpool al tavolo ministeriale, che ha mandato su tutte le furie i sindacati, i quali da tempo chiedevano al Governo di prendere in mano la situazione. E che non ha lasciato indifferente neanche il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni. Il primo cittadino del borgo montano, infatti, torna a lanciare un appello alle istituzioni, nonché ai sette parlamentari appena eletti nel Piceno, affinchè si faccia qualcosa. "Sono preoccupato dall’atteggiamento dell’azienda, che si sta mostrando latitante – spiega Cesaroni –. Nessuno dice nulla. Probabilmente attendono indicazioni dalla ‘casa madre’ negli Stati Uniti in merito al nuovo piano industriale. Io, personalmente, chiedo solo una cosa, ovvero che non venga chiuso lo stabilimento di Comunanza. Si potrebbe accettare anche una riconversione della fabbrica, ma dobbiamo fare di tutto per scongiurarne la chiusura".

"Parliamo – dice ancora il sindaco –, infatti, di un complesso industriale presente sul territorio da oltre cinquant’anni, nel quale lavorano persone che non sono solo di Comunanza ma provengono da tutta l’area montana. Mi auguro che anche il Comune venga coinvolto nelle decisioni che verranno prese dalla multinazionale – conclude, fiducioso, il sindaco di Comunanza – e continueremo a batterci, nei limiti del possibile, affinchè ogni singolo posto di lavoro venga salvaguardato. Non possiamo permetterci, in un periodo di grave emergenza economica ed occupazionale come questo, che alcune famiglie del territorio possano ritrovarsi senza lavoro". Il prossimo tavolo al Mise, come detto, non dovrebbe svolgersi prima del 21 ottobre.