Ascoli, Fabiani indagato si difende. "Il camping era l’unica soluzione"

Abuso d’ufficio, il presidente della Provincia e sindaco di Montegallo sull’inchiesta per la gestione sfollati

Sergio Fabiani (LaBolognese)

Sergio Fabiani (LaBolognese)

Ascoli, 8 maggio 2019 - «Interrogatemi quanto prima». Questo il presidente della Provincia e sindaco di Montegallo Sergio Fabiani ha chiesto alla Procura di Ascoli che indaga su di lui e sul vice sindaco della cittadina montana Tiziano Pignoloni per la vicenda legata all’utilizzo durante l’emergenza terremoto di un camping privato a Balzo di Montegallo, preferito all’area individuata dal Piano di Protezione civile, per accogliere gli sfollati del terremoto del 24 agosto 2016.

«Quella notte ho solo fatto il mio dovere di sindaco che è stato assolutamente corretto e legato all’emergenza che stavamo vivendo dopo la scossa» aggiunge il primo cittadino di Montegallo che non rileva appunti di sorta in merito alle decisioni prese. «Abbiamo deciso di utilizzare quel camping in quanto si trattava di una struttura già attrezzata, dotata di bungalow, e quindi pronta ad accogliere immediatamente le persone senza più casa, soprattutto gli anziani. Che altro dovevo fare?».

Il presidente della Provincia Fabiani è pronto a spiegare tutto al Procuratore capo Umberto Monti che coordina le indagini demandate alla Guardia di Finanza e che riguardano lui e il vice sindaco Pignoloni. L’ipotesi di reato è quella di abuso d’ufficio. «Ho già chiesto alla Procura di Ascoli di essere interrogato quanto prima per fornire qualsiasi utile contributo all’indagine e chiarire la mia posizione di completa estraneità ad ogni eventuale addebito» aggiunge Fabiani. «Ho piena fiducia sul fatto che dagli atti d’indagine, che auspico siano i più approfonditi possibile, emerga l’inesistenza di qualsivoglia ipotesi di reato a mio carico ed ho in questo senso piena fiducia nell’operato della magistratura».

Dell’inchiesta del procuratore Monti ha saputo circa un mese fa. «Mi è stato notificato un documento riguardante la richiesta di proroga di indagini per l’ipotesi di abuso d’atti d’ufficio, genericamente formulata, tanto che non conosco i termini concreti, come è ovvio che sia in una fase preliminare e in presenza di una mera comunicazione di proroga». L’inchiesta della magistratura ascolana ha messo a rumore la comunità di Montegallo.

Su indicazioni del procuratore Monti sono state acquisite nei mesi scorsi delibere del consiglio comunale (votate anche da Pignoloni, che non si è astenuto) e sono stati sentiti a sommarie informazioni consiglieri comunali. La proroga chiesta da Monti è prettamente tecnica nel senso che gli uffici sono oberati di lavoro e serve più tempo per mettere in ordine le carte acquisite e le dichiarazioni dei testimoni nell’ambito dell’inchiesta riguardante i fatti di Montegallo. A breve il magistrato tirerà le somme e poi deciderà se chiedere l’archiviazione dell’inchiesta o se inviare a Fabiani e Pignoloni l’avviso di chiusura delle indagini al seguito del quale potranno rendere dichiarazioni (come Fabiani ha già chiesto) o depositare memorie difensive.