La rabbia dei pescatori, le parole della politica. Ma il dragaggio è lontano

San Benedetto, è stallo: fissato un nuovo incontro

San Benedetto, i pescatori in Consiglio comunale (Foto Sgattoni)

San Benedetto, i pescatori in Consiglio comunale (Foto Sgattoni)

San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 27 marzo 2015 - La domanda che tutti, dai pescatori – armatori ai dipendenti comunali si sono fatti, dopo aver ascoltato per circa un’ora e mezza, alla sala consiliare del Municipio di viale De Gasperi, tante chiacchiere e nessuna anticipazione di come superare l’ostacolo dell’insabbiamento del bacino del porto di San Benedetto, tanto da mettere a rischio l’uscita e il rientro della flottiglia peschereccia, crediamo sia stata la seguente: «Ma se quello che si sta discutendo è un intervento di ‘somma urgenza’ la burocrazia può diventare un muro insormontabile?». Purtroppo la risposta è sì.

Leggi, leggine, regolamenti e, spesso, il malcostume di scaricare le responsabilità sugli altri in una sorta di continuo scaricabarile con il povero Cristo (in questo caso i pescatori) costretto a pagare non avendo alternative, impediscono che si decreti il pronto intervento.

Il bacino del porto di San Benedetto è insabbiato e per il rientro i motopescherecci di grossa stazza devono prendere la rincorsa e a tutto vapore sbattere tra le dune del basso fondale fino a raggiungere la banchina d’attracco?

Che si utilizzi il pontone che, attualmente, sta operando a nord del porto, alla inertizzazione della ‘casa di colmata’, per togliere dai 20.000 ai 25.000 metri cubi dal canale – binario d’ingresso e di uscita dal porto e così rasserenare gli armatori che, all’assemblea alla sala consiliare, hanno più volte ripetuto: «Andando avanti così, ci giochiamo la pelle e i capitali». Invece non si può, perché anche per spostare il quantitativo sott’acqua, alla radice sud del molo sud, occorre fare il carotaggio della sabbia che successivamente dovrebbe essere dragata.

Chi decide nel merito? Oltre alla Capitaneria di Porto, presente all’assemblea con il vice comandante Antonio Marzano, la direzione regionale dell’Arpam, sollecitata dal sindaco Gaspari ad accelerare al massimo i tempi dell’autorizzazione all’escavo, anche in questo caso però, senza alcun risultato concreto, fino ad arrivare a questa assurda situazione in cui si rischia davvero la paralisi del porto.

Hai voglia i pescatori a gridare «è una situazione di emergenza e voi (all’indirizzo del sindaco Gaspari e del comandante Marzano) dovete assumervi la responsabilità di risolvere il problema, perché noi non vogliamo rischiare la vita» e a paventare di «insabbiare le imbarcazioni all’ingresso – uscita del porto o di bloccare le strade in segno di formale protesta». Tutto fermo, almeno per un mese, dopo aver atteso i tempi tecnici. Evviva la burocrazia. Intato, è stato fissato per la giornata di oggi un altro incontro in attesa di sviluppi, ma intanto i marittimi assicurano: «non lasceremo mai il nostro porto».