Ascoli, 2 febbraio 2012 - CI SARA’ anche un po’ di Piceno domani a Macerata per le selezioni di Musicultura. Tra i 48 artisti scelti dei mille iscritti, c’è infatti anche una ragazza 25enne di Castignano, Caterina Tancredi, in arte Catecatù, che questa sera dalle 21, al Teatro della Società Filarmonico Drammatica di Macerata, proporrà tre sue canzoni: «Oppure no», una sorta di manifesto del suo pensiero «sempre critico ma in maniera positiva» come spiega la stessa cantautrice, «Fragole», un elogio alla meraviglia, alla capacità sempre più rara di stupirsi, e «Il filo», il racconto di uno stato d’animo e di una tradizione, come quella del tombolo, radicata nel territorio Piceno. «E mi presenterò in scena con un ‘capezzale’ da tombolo» dice ancora Catecatù che suona la tastiera da quando aveva dieci anni e studia canto da quando ne aveva 16. «Sono paralizzata dall’emozione, anche se mi esibisco davanti al pubblico ormai da una decina d’anni — racconta —. Ho fatto parte di alcune band locali e ho fatto pianobar per molto tempo. Questa è però la mia prima esperienza davvero importante. Ed è la prima volta che faccio entrare il pubblico nel mio mondo, quello fatto di canzoni scritte da me, pezzi di vita e anima. Sarà una prova».
E il suo nome d’arte, Catecatù, racconta molto di questo mondo: «Catecatù è la bambina nascosta dentro di me — dice —, una bambina assopita e sommersa da aspettative altrui, presunti ruoli e convenzioni. Si affaccia ogni volta che tocco un pianoforte, che prendo un respiro profondo, che chiudo la porta e faccio rimbalzare i pensieri nella testa e nella stanza. E’ la libertà guadagnata a suon di note, è l’ironia di cui mi nutro e l’assoluta sincerità, Catecatù è lo specchio della mia musica, e la musica è la sostanza di cui voglio che sia fatta la mia vita».