Diciassette anni. Eppure, per chi ha qualche primavera alle spalle, non sembra trascorso neanche un giorno. Chiudere gli occhi e ritrovarsi a paragonare due squadre, quella di Marco Giampaolo e Massimo Silva con quella di Andrea Sottil, quasi stropicciandosi gli occhi per quanto, per la loro diversità, siano state capaci di emozionare un intero popolo. Quanti disallineamenti tra le due squadre degli "ultimi" due playoff. Proviamo a divertirci a metterli sulla bilancia. Coppola-Leali: da una parte la rivincita sportiva più esaltante degli ultimi venti anni di Picchio, quella di Nando Coppola, passato da terzo portiere a titolare anche nel successivo campionato di A. Tranquillità, fede e rendimento, ci sentiamo di dire. Dall’altra, la solidità di uno che in porta è protagonista da anni e che per altrettanti anni darà all’Ascoli solo certezze in un ruolo fondamentale. I centrali: la coppia "Brevicudini", letta tutta di un fiato. Forse meno centimetri di molti altri muri del campionato, ma tempismo, garra e equilbri di incredibile solidità. Dall’altra parte Botteghin-Bellusci, che oltre ai pregi dei loro antenati aggiungono un pizzico di eleganza. Attenzione: in tutti gli Ascoli "storici" del nuovo millennio uno dei centrali è stato piceno. Aloisi, Cudini, Paci, Mengoni. Con Recoba la tradizione è rispettata. Gli esterni bassi: è la stessa identica sinfonia. Pedine intecambiabili, tanta corsa, sortite offensive. Valeva per De Martis, Modesto e Martinelli con Giampaolo. Vale la stessa cosa con Salvi, Baschirotto, Falasco e D’Orazio. Una clamorosa similitudine con qualche gol in più degli attuali. Biso-Buchel: due modi diametralmente opposti di intendere il calcio da volante central. Per volere supremo. Per caratteristiche di fabbricazione. L’Artista di Spezia riusciva a colorare il prato inframezzando geometrie a follie palleggiatrici, Buki è una specie di ambasciatore delle "ricette semplici ma perfette". E’ nella loro "way of life" in mezzo al traffico che ...
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