Ascoli-Brescia 4-3: il folle Picchio torna alla vittoria

La sfida del Del Duca non sembra finire mai: la decidono nel finale Caligara e Marsura. Che emozioni

Mister Roberto Breda (Ascoli)

Mister Roberto Breda (Ascoli)

Ascoli, 1 aprile 2023 – Tutto. Il contrario di tutto. Ma soprattutto, l’Ascoli torna alla vittoria al termine di una delle partite più emozionanti della sua storia recente. Il Brescia cade, ancora una volta, sotto quattro colpi ma dopo una sfida spesso transitata sul monitor del Var. Per Breda è il ritorno alla vittoria, per i bianconeri è ossigeno puro, e forse qualcosa in più a livello di autostima. Perché una partita così, che visti gli eventi puoi tranquillamente perdere, se la vinci, vuol dire che c’è ancora molto da dire in questa stagione. La settimana di sosta partorisce l’idea dell’”all-in” di Roberto Breda. E così Pedro Mendes si piazza dietro a Dionisi e Forte, messi in prima linea, per una squadra a trazione anteriore che prova a dare una spallata al periodo no puntando sui gol in almanacco. Gastaldello lascia fuori Rodriguez (salvo poi doverlo rimettere in campo dopo la mezzora per via dell’infortunio di Gavazzi) e la sfida inizia con timidi tentativi da entrambe le parti che non scardinano un sostanziale equilibrio. Serve un vero e proprio suicidio di Botteghin (ed è una notiziona) per azionare le rondinelle e portarle avanti: Gavazzi guida la palla nella voragine aperta e scarica dopo il pessimo passaggio orizzontale dell’ex Feyenoord, Listkowski arriva dal fronte opposto e ringrazia. Zero a uno. Mani nei capelli. Acqua alla gola per i bianconeri. Eppure i più bianchi che neri (vista la maglia indossata) non abbassano lo sguardo, anche se gli eventi suggerirebbero il contrario. E mettono sul vassoio uno dei piatti tipici: il cross di Falasco. Non altissimo, ma capace di approfittare della densità in area ospite, vista la scelta delle tre punte dell’allenatore. Pedro Mendes approfitta del “mia-tua” generale e risponde presente nel quartiere chiamato “secondo palo”. Uno ad uno. Ossigeno e ottimismo prima di un’altra girata del portoghese che non ottiene gloria prima del riposo. Prima dell’intervallo, in realtà, lo Squalo Forte avrebbe provato una mezza girata a lato di poco. E diciamo che può essere definita la prova generale per la più classica dimostrazione di bomberismo dell’undici. Tre della ripresa, Collocolo (fino ad allora solo corridore e poco altro) lo pizzica vicino al gesso bianco dei sedici metri. Lui, lo Squalo, capisce che c’è modo e tempo per prendere posizione e guardare dietro ad Andrenacci. E lo fa. Scudo col fisico, palla spostata di un nulla, sinistro fulmineo sul primo palo. Due ad uno. Del Duca in estasi e mischione ad abbracciare Bellusci, a bordo campo infortunato. Non è solo un gol importante. E’ un gol bello. Di quelli che segnano solo “certi” giocatori. Ed era ora. Un minuto e Rodriguez impegna Leali, pronto alla risposta. Il problema è che se l’Ascoli i gol deve costruirseli, agli avversari li regala. E su un innocuo traversone Simic salta senza alcuna coordinazione toccando di spalle il pallone col braccio di richiamo sulla torre dei bresciani. E’ un (severo, troppo) rigore da Var. E peggio, è rosso per il difensore piceno, che è già ammonito e finisce sotto la doccia. Ayè spiazza Leali. Due a due. Esce Dionisi, entra Quaranta. La partita è capovolta e Leali vola sotto al sette segnando praticamente un gol per togliere il cuoio come solo un vero campione può fare. La piazzata aerea di Listkowski è con forza, giri, idee, destino perfetti. Ma il portierone bianconero dice “no”. E’ corner. Disintossichiamoci dal peso dei punti in palio: signori, una delle parate più belle – se non la migliore - della storia recente di questo sport in questo impianto. Torniamo in campo: Ayé ha un’altra palla buona, ma spara alto. Il Brescia inizia a crederci aiutato dagli eventi e dal normale pessimismo cosmico che avvolge la squadra di Breda, dopo uno schiaffone come quello preso. A dieci dal termine è parapiglia dopo che Bianchi gonfia la rete su seconda palla. L’azione, fermata da Paterna, è irregolare per un fuorigioco di partenza oltre a un mezzo fallo su Giordano. Al tramonto del tempo regolamentare è cuore in gola. Paterna non vede un altro braccio largo, ma stavolta è di Mangraviti nell’area del Brescia. Il Var manda Caligara sul dischetto. Il pallone pesa dodici chili. Ma l’otto è freddo. E supera il portiere ospite nello stadio a due passi da casa sua. E’ tre a due. Sei minuti e più di recupero che diventeranno nove e mezzo. Animi caldi, altro batti e ribatti in zona Leali. L’Ascoli si salva. Capovolge il fronte. Collocolo trova Marsura. Stop. Collo. Quattro a due. Che partita. Non basta il gol di Bisoli al minuto novantanove. Paterna fischia, è quattro a tre. Finalmente. Respiriamo, respirate.

Il tabellino

ASCOLI (4-3-1-2): Leali; Donati, Botteghin, Simic, Falasco (46’ Giordano); Collocolo, Buchel (78’ Lungoyi), Caligara; Mendes (85’ Marsura); Dionisi (65’ Quaranta), Forte (85’ Gondo). A disp: Bolletta, Guarna, Falzerano, Eramo, Proia, Giovane, Tavcar. All. Breda BRESCIA (4-3-2-1): Andrenacci; Jallow, Adorni, Papetti, Huard (46’ Mangraviti); Bisoli, Van de Looi, Bjorkengren (75’ Ndoj); Galazzi (39’ Rodriguez), Listkowski (87’ Niemeijer); Aye (75’ Bianchi). A disp: Lezzerini, Karacic, Tavares, Labojko, Scavone. All. Gastaldello ARBITRO: Paterna di Teramo (Dei Giudici, Cortese; Giaccaglia; VAR Pairetto, Muto) RETI: 19’ Listkowski (B), 42’ Mendes (A), 48’ Forte (A), 64’ Aye (B) su rig., 90’ Caligara (A) su rig., 95’ Marsura (A), 99’ Bisoli (B) NOTE: recupero 4’ + 6’. Espulso Simic (A) al 64’ per doppia ammonizione. Ammoniti Falasco, Botteghin (A), Papetti, Adorni, Van De Looi (B) per gioco falloso. Spettatori 6628, incasso complessivo 54502 euro (comprese quote abbonati).