ASCOLI DIECI E LODE

Tre vittorie e un pareggio nelle ultime quattro gare . .

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EMPOLI

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(3-5-2): Leali; Gravillon, Valentini, Ranieri (34’ st Ferigra); Padoin (24’ st Pucino), Cavion, Eramo (18’ st Petrucci), Brlek, Sernicola; Ninkovic (34’ st Morosini), Scamacca (18’ st Trotta). In panchina: Marchegiani, Brosco, De Alcantara, Maurizii, Troiano, Costa Pinto, Matos All.: Dionigi

EMPOLI (4-3-3): Brignoli; Gazzola (15’ st Fiamozzi), Sierralta, Romagnoli, Balkovec (40’ st Pinna ); Frattesi, Ricci, Bandinelli (15’ st Zurkowski); Tutino (22’ st Moreo), Mancuso, Bajrami (40’ st La Mantia). In panchina: Branduani, Perucchini, Viti, Nikolaou, Fantacci, Sidibe, Stulac. All.: Marino

Arbitro: Ros di Pordenone

Reti: 20’ st Eramo

Note: ammoniti Eramo (A), Petrucci (A), Zurkowski (E), Brlek (A), Trotta (A), Valentini (A). Recuperi: 1’ pt, 6’ st. Gara giocata a porte chiuse per le disposizioni legate all’epidemia da Covid 19, presenti in tribuna circa 300 accreditati tra cui patron Massimo Pulcinelli.

"Da cento torri risuonano gesta che il tempo raccontare dovrà" tra cui la vittoria, epica, di ieri contro l’Empoli. L’Ascoli piega i toscani dopo un braccio di ferro di 97 minuti, centra il terzo successo consecutivo e lascia, a testa altissima, la zona playout. Per la salvezza ora manca l’ultimissimo sforzo. I punti mancanti sono 4, forse 5, da conquistare nelle ultime quattro gare: venerdì sera a Cittadella, venerdì 24 luglio con il Pordenone, martedì 28 a Pisa e sabato primo agosto con il Benevento. Intanto, però, Dionigi (giustamente) viene festeggiato come un eroe. Al triplice fischio di Ros il tecnico è vittima, felice, dei gavettoni di giocatori e collaboratori. Una festa e un entusiasmo giusti e meritati: il regista del miracolo bianconero, a cui manca un ultimo (decisivo) pezzetto, è proprio lui.

La gara vinta dal Picchio presenta due volti. Per descrivere al meglio la prima frazione di gara bisogna partire dalle sensazioni dei tifosi al duplice fischio di Ros. Una sensazione strana, ma piacevolissima e incoraggiante. Cioè: l’Ascoli non ‘sbrana’ l’avversario come aveva fatto (per un’oretta) con la Salernitana, ma se possibile è ancor più convincente. Perché? Perché l’Empoli, al contrario dei campani, gioca eccome. E lo fa in tutta la sua forza e qualità. Ma l’Ascoli, e qui sta il segnale significativo, tiene testa. Anzi, tiene testa e risponde colpo su colpo.

Al duplice fischio dell’arbitro friulano, come detto, si contano tre occasioni nitide per parte. Certo, la lancetta, ad onor del vero, pende leggermente dalla parte degli ospiti. I nove punti di differenza in classifica e le distanti ambizioni stagionali, però, non si vedono affatto. Queste le occasioni dell’Ascoli: al 13’ Scamacca, imbeccato al bacio da Cavion al limite dell’area piccola, resiste alla carica di un difensore empolese ma, clamorosamente, strozza troppo il tiro e spedisce al lato; al 37’ ancora Scamacca, lanciato sulla destra da Ninkovic, dal limite dell’area mette in mezzo un cross teso a mezza altezza su cui Eramo non arriva, di testa, per meno di un soffio; al 41’ mischione in area con doppia conclusione, di Scamacca e Sernicola, murata dalla difesa toscana.

Il gol di Eramo, al 20’, si aggiunge a queste occasioni ma, paradossalmente, è la meno netta: discesa di Sernicola sulla sinistra, cross morbido per l’accorrente ex Entella e bella conclusione al volo di quest’ultimo che, di collo destro, spedisce il pallone tra la mano di Brignoli e il palo alla sua destra. Le tre occasioni nitide dell’Empoli si registrano al 12’, con un colpo di testa sugli sviluppi di un corner che si spegne a un millimetro dal palo, al 17’ con Leali costretto all’intervento provvidenziale su Bandinelli e al 29’ con Padoin che respinge sulla linea un colpo a botta sicura di Bajrami. La ripresa segue una traccia diversa: Marino mette dentro Zurkowski e Fiamozzi (rispettivamente per l’ex Gazzola e per Bandinelli), seguiti da Moreo (per Tutino). L’Empoli guadagna metri, con la collaborazione di un Picchio, soprattutto nella prima metà di frazione, un po’ appannato. Al 57’ Ranieri si immola e salva su Balkovec e Frattesi. I bianconeri sembrano vacillare ma la spina dorsale regge. I minuti, già intorno al 20’, iniziano a non passare mai. Marino schiuma rabbia e inserisce anche Pinna (per Balkovec) e La Mantia (per Bajrami).

Gli azzurri mettono paura,

Mancuso sbaglia da posizione favorevolissima, ma il risultato non cambia. Anzi, l’Ascoli, ravvivata dagli ingressi di Ferigra, Pucino, Petrucci, Morosini e Trotta, sfiora due volte il raddoppio. Il triplice fischio arriva dopo 6 minuti di recupero. Si fa festa, giusto così. Ma attenzione: manca ancora l’ultimo sforzo.

Gigi Mancini