Ascoli Piceno, 14 gennaio 2014 - Il prezzo della storia del calcio marchigiano: 860mila euro. Questa la base d’asta stabilita dal tribunale, nella persona del consulente Saverio Mancinelli, per l’acquisizione dell’Ascoli Calcio 1898. Il ‘grande giorno’ sarà giovedì 6 febbraio, con il termine per la consegna delle offerte fissato per le ore 12 e l’apertura delle buste fissata alle 16 in punto, sempre in tribunale.

L’asta si svolgerà con "procedura competitiva al valore di stima", ma non si utilizzerà la modalità dell’"incanto": le offerte dovranno essere presentate negli uffici giudiziari in busta chiusa. Se arriverà una sola offerta (naturalmente equivalente o superiore alla base d’asta) la società sarà subito assegnata. Nel caso ci siano diverse offerte verrà immediatamente indetta una gara con rilancio minimo di 20 mila euro, partendo dall’offerta più alta ricevuta. L’assegnazione, comunque, avverrà in giornata.

L’unico vincolo per gli acquirenti è che la nuova società dovrà contenere obbligatoriamente il nome ‘Ascoli’ nella ragione sociale. L’acquisto del ‘lotto’ prevede i diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (prima squadra e settore giovanile), la struttura e l’organizzazione del vivaio, le immobilizzazioni materiali, gli indumenti, le targhe, le coppe e i trofei, oltre ai due marchi sociali (il Picchio e lo stemma storico). Nell’acquisto, inoltre, è implicita l’assunzione dei sette dipendenti di corso Vittorio. Come tutti gli altri fallimenti, anche quello dell’Ascoli sarà pubblicato, tra i vari canali, sull’apposito sito del tribunale fallimentiascoli.com. Se il 6 non ci saranno offerte e dunque il club non sarà assegnato ad alcun acquirente, l’asta sarà ripetuta nei due giovedì successivi: il 13 e il 20 febbraio, a un prezzo gradualmente più basso.

L’acquisto del club dal tribunale, tuttavia, è solo il primo passo per l’acquisizione totale della società e la gestione della squadra nel campionato di Prima Divisione: il titolo sportivo, infatti, non è compreso negli 860mila euro in quanto "Non può essere oggetto di cessione a terzi — ha spiegato Agostini —, ma può solo essere attribuito dalla Figc". Per questo ulteriore ma imprescindibile passo l’acquirente dovrà accollarsi tutti i debiti sportivi: nel caso dell’Ascoli circa 800 mila euro, comprensivi dei contributi non pagati ai tesserati a partire dal mese di maggio, gli stipendi dal 1 settembre al 17 dicembre, i crediti vantati da altre società. Provvedendo a queste incombenze la nuova proprietà acquisirà in tutto e per tutto l’Ascoli Calcio, che tuttavia si chiamerà in un altro modo (pur con la parola Ascoli inclusa nel nome) fino alla chiusura del fallimento della vecchia società, cioè per un anno e mezzo circa.


"Chi è interessato ad entrare nel mondo del calcio — ha chiuso Agostini — o ad ampliare la sua presenza in esso, con questa asta ha una possibilità unica e irripetibile. L’Ascoli è un club pulito e ha la certezza di non perdere la categoria".
 

Gigi Mancini