Ascoli, Pulcinelli: "L’allenatore? Lo svelerò dopo Livorno"

Il patron: "Sabato in panchina andrà Abascal". Roberto Stellone resta la pista più calda per il post Zanetti

Massimo Pulcinelli

Massimo Pulcinelli

Ascoli, 30 gennaio 2019 - Partiamo dalle reazioni, poi analizziamo le sue parole. I tifosi hanno storto il naso di fronte alle dichiarazioni di Massimo Pulcinelli, ieri collegato via Skype da Roma. Tutti si aspettavano l’annuncio urbi et orbi dell’allenatore ma così non è stato. Il patron ha preso tempo, dato una versione oggettivamente ‘fumosa’ della situazione, ma dietro le quinte, stando a quanto garantiscono fonti autorevoli, i giochi sono fatti. E questo è ciò che conta. Con Roberto Stellone, infatti, l’accordo, pare sia su tutta la linea, ma il tecnico ex Palermo preferirebbe ‘entrare in partita’ avendo a disposizione una settimana intera e una rosa definita. Ecco spiegato, dunque, perché a Livorno in panchina siederà Abascal. Poi c’è da chiedersi cosa accadrebbe in caso di netta affermazione dello spagnolo in Toscana, ma la risposta a questa domanda fa parte dell’un per cento di possibilità (comunque esistenti) che non sarà Stallone il nuovo allenatore. Queste, comunque, sono state le parole del patron dagli uffici Bricofer: "Volevo fare luce e chiarezza visto quanto letto questi giorni sul web – ha esordito – L’allenatore sarà ufficializzato dopo la gara di Livorno: il nostro mister fino ad allora resterà Abascal. Domani (oggi ndr) andrò ad incontrare tecnico e squadra. Oggi (ieri) è andato il presidente Neri che ha trovato un clima positivo". "Sono ancora scottato dell’esperienza Murawski – ha proseguito – quindi vi chiedo di rispettare la mia posizione. Ufficializzerò il nuovo allenatore solo dopo le firme sui contratti". "I nuovi tecnici che stiamo vagliando si adatteranno a guidare la squadra che andremo ad allestire, con il modulo che è stato impostato dalla scorsa estate – ha detto riguardo la scelta della nuova guida, lasciando intendere che ci sia ancora una ‘selezione in atto’ – Ho in mente tre allenatori finora, ma ancora non ho deciso. I nomi? Li avete già fatti tutti e tutti quelli nominati sono in gara, con l’obiettivo sempre di arrivare ai playoff". In realtà poco dopo il patron si è spinto un po’ oltre e ha detto di avere già individuato il profilo giusto. L’impressione, insomma, è stata che le cose non siano così indefinite come Pulcinelli ha voluto far intendere. Una mossa, oltre che per rispettare la volontà di Stellone, anche per scoraggiare eventuali speculazioni di ds e procuratori su ‘obiettivi sensibili’? Possibile. Il patron ha poi toccato l’argomento Ninkovic: "Stiamo lavorando a delle situazioni ed a delle idee, può restare e può andare via. Se dopo il mercato non ci saranno novità resterà un giocatore dell’Ascoli, poi vedremo se sarà utilizzato o meno. Per Ninkovic ci sono richieste da varie parti, sia in Italia che nel mondo". Questa, in proposito, la spiegazione data sul suo mancato impiego: "Col Frosinone non ha giocato per una scelta della società che va rispettata e stop". Scelta che, però, di fatto ha privato Zanetti del suo elemento migliore nella partita più importante: se con i ciociari è mancato l’ultimo passaggio la ragione sta anche nel fatto che mancasse il serbo a fare da raccordo tra centrocampo e attacco. Pulcinelli ha chiuso parlando dei tifosi e della contestazione: " La società, a dispetto di chiacchiere che circolano, paga correttamente stipendi e contributi a calciatori e dipendenti. Basta con le illazioni. Riguardo ciò che è successo domenica allo stadio Del Duca non è gradito né apprezzato. Sono profondamente scosso: non è un qualcosa che mi rappresenta o che rappresenta lo spirito dell’Ascoli e dello sport. Vorrei che il calcio venisse vissuto con passione: non perchè sei ultras puoi fare ciò che vuoi. Questo approccio retrogrado deve essere superato da una visione diversa. Non servono forzature per farci capire i nostri errori: noi mettiamo soldi, passione e cuore in quello che facciamo. Non occorre fare ciò che ho visto fare o addirittura offendere i miei affetti. Questo è terrorismo". Come dargli torto. Gigi Mancini