Teramo colpito e affondato. Ufficiale: l’Ascoli vola in B

Il tribunale federale nazionale della Figc manda gli abruzzesi e il Savona in D. Tra dieci giorni il secondo grado

La curva dell'Ascoli

La curva dell'Ascoli

Ascoli, 20 agosto 2015 - Tutto come nelle previsioni (almeno quelle a nord del Tronto): il tribunale federale nazionale della Figc ha condannato il Teramo alla serie D e dunque l’Ascoli è il vincitore del torneo di Lega Pro girone B 2014/15, in attesa del secondo grado di giudizio previsto tra dieci giorni. Stesso verdetto per il Savona che torna tra i dilettanti. Per entrambe le squadre non sono state previste ulteriori penalizzazioni in termini di punti, contrariamente alle richieste dell'accusa. Per quanto riguarda i dirigenti coinvolti stessa sanzione per Luciano Campitelli, Marcello Di Giuseppe e Aldo Dellepiane: quattro anni di inibizione e centomila euro di multa. Sanzione di 30mila euro, infine, per i due club.

Leggi: Tutte le sanzioni dei condannati per la combine Savona-Teramo

QUESTO il testo del tribunale federale nazionale Figc:

PREMESSE "Prima di passare ad esaminare, nel dettaglio, le ragioni di accoglimento del deferimento proposto e le singole responsabilità dei soggetti coinvolti, va evidenziato come la vicenda che ci occupa abbia testimoniato l’esistenza di un sistema “parassitario”, radicato e ramificato, che “vive” alle spalle dell’organizzazione ufficiale delle manifestazioni sportive, e che garantisce, con diversità finalità (dal vantaggio in classifica, al vantaggio economico determinato dalle vincite per gli scommettitori), ed in un arco temporale davvero ridotto (anche pochi giorni) l’ottenimento di un determinato risultato di una o più gare. Perché, se non si parte da qui, se non si parte da questo presupposto, non si comprende non solo la gravità del fenomeno, ma nemmeno perché all’interno delle sue maglie, davvero strette, finiscano per restare impigliati anche soggetti non avvezzi a comportamenti contra legem, che, a loro volta, pongono in essere, loro stessi, comportamenti di intrinseca gravità, che svuotano di significato l’essenza stessa della competizione sportiva, al di là di ogni valutazione in ordine alla intensità dell’elemento psicologico che li ha determinati ed alle motivazioni che li hanno ispirati. Comportamenti che sono espressione di quel clima “omertoso” – e le trascrizioni delle conversazioni telefoniche in atti ne sono la conferma - che troppo spesso permea i rapporti tra i tesserati. Di seguito, riassunta brevemente la vicenda, verranno esaminate le posizioni dei deferiti con riferimento al tipo di comportamento illecito prospettato nel provvedimento di deferimento".

L'ILLECITO E LE SINGOLE RESPONSABILITA' DEI DEFERITI "La gara in questione è Savona – Teramo, disputatasi il 2 maggio 2015 (penultima giornata del campionato di Lega Pro) e conclusasi con la vittoria della squadra abruzzese. Preliminarmente, si da atto che, in data 1° luglio 2015, il tesserato Ninni Corda ha reso dichiarazioni confessorie alla Procura Federale, con le quali ha confermato di aver ricevuto proposte per alterare il risultato della gara in oggetto; di essersi incontrato, a tal fine, a Bisceglie con il Di Nicola ed il Di Giuseppe, incontro nel corso del quale il Di Nicola gli disse che il Teramo era disposto a corrispondere, come confermato dallo stesso Di Giuseppe, complessivamente settantamila euro; di avere avuto conferma che la “combine” 13 Federazione Italiana Giuoco Calcio – Tribunale Federale Nazionale – Sez. Disciplinare - SS 2015-2016 fosse andata a buon fine nel corso di un incontro avuto, tra fine maggio ed inizio giugno 2015, con Barghigiani; di aver saputo, sempre dal Barghigiani, nel corso di detto incontro, che una parte dei soldi pagati dal Teramo per vincere la gara erano stati riscossi dal Presidente del Savona Dellepiane. Questa, in estrema sintesi, la vicenda, che ora meglio passiamo ad illustrare, andando a verificare e valutare gli specifici comportamenti dei tesserati deferiti, come risulta provata dalla documentazione agli atti. Il 27 aprile 2015 (quindi, appena cinque giorni prima dello svolgimento dell’incontro), il Direttore sportivo del Teramo, Marcello Di Giuseppe, contattava telefonicamente il Direttore sportivo dell’Aquila, Ercole Di Nicola, affinché questi, dietro compenso e grazie, evidentemente, alla sua nota rete di relazioni, “combinasse” il risultato della suddetta gara in favore del Teramo. La necessità di avere la certezza della vittoria nasceva, per il Teramo, dal volersi garantire, alla penultima giornata, la matematica vittoria del campionato di Lega Pro e, quindi, la promozione diretta in Serie B, in quel momento messa ancora più in forse dalla circostanza che l’ultima partita del torneo si sarebbe dovuta disputare contro la squadra seconda in classifica, cioè l’Ascoli. Quindi, un eventuale risultato negativo (pareggio o sconfitta) del Teramo contro il Savona, avrebbe consentito all’Ascoli, se vittorioso nella penultima giornata, di andarsi a giocare l’ultima partita con il Teramo avendo la possibilità, in caso di vittoria, di superarlo definitivamente in classifica. Da quel momento in poi, e fino a pochi minuti prima dell’inizio della gara, il Di Nicola, attraverso la propria rete di relazioni, organizzava la “combine”, contattando in prima persona, o attraverso i soggetti da lui stesso incaricati, quei tesserati (al momento non noti) che avrebbero dovuto portare, come in effetti hanno portato, ciascuno in ragione del proprio ruolo, al risultato della vittoria per il Teramo. In questo lasso di tempo, il Di Nicola si premurava di far avvicinare, prima, alcuni calciatori del Savona e, poi, a fronte del rifiuto di questi a prendere parte all’illecito, alzando il tiro, riusciva a fissare direttamente degli incontri tra i rappresentanti delle due Società. Una volta ottenuta conferma del raggiungimento della “combine”, e, quindi, che la gara avrebbe avuto l’esito sperato, il Di Nicola si attivava, con altri tesserati, anche per scommettere sul risultato della stessa. Raggiunto lo scopo, nei giorni immediatamente successivi allo svolgimento della partita, e fino alla data del 18 maggio 2015, il Di Nicola, a compimento della sua attività, si attivava e premurava che tutti i soggetti da lui coinvolti nella “combine” riscuotessero il compenso pattuito".