CAPITANI CORAGGIOSI

Dionisi, Bellusci e Leali: tre leader per lo spogliatoio

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"Facciamo un bell’approfondimento legato alla figura del capitano dell’Ascoli". L’intenzione è questa. Ci proviamo consapevoli che quest’anno, mai come in altre stagioni, la figura del capitano dell’Ascoli potrebbe essere trivalente, considerate esigenze di campo e (chissà, considerato che usciremo con più di venti giorni di trattative ancora da vivere) mercato. Prima certezza. Quello che la fascia se l’è meritata con dedizione, qualità, atteggiamenti, gol e passione. Non è un giocatore qualsiasi, Federico Dionisi. Non è uno di quelli che passano inosservati. Perché se gli capita la palla giusta, difficilmente sbaglia negli ultimi venti metri. 9 gol nella passata stagione, lui che è stato (anticipando di uno il suo compagno di merende Bidaoui) quello che ha calciato più volte verso la porta avversaria, 70 volte. E un modo di intendere la partita orizzontale: c’è da rimanere negli ultimi metri? Pronto. C’è da correre indietro, indietro, ancora indietro per andare a chiudere spazi? Prontissimo. C’è da andare a parlare con gli avversari (o con gli arbitri) senza porgere l’altra guancia. Altrettanto pronto. Unico asterisco, ma qui entriamo nel campo dell’ipotetico, quella firma sul rinnovo che ancora non arriva e che apre (al di là delle smentite, conosciamo come funziona il mondo del calcio) a diverse ipotesi, anche entro la fine dell’estate.

Dopo Dionisi, altro giro, altra corsa, altro capitano. E ci perdoni San Nicola Leali se prima di lui consideriamo il "secondo" capitano di questa squadra Peppe "Recoba" Bellusci. Non stiamo a tediarvi con le solite storie che conoscono tutti. Uno che è arrivato fino ad una patria del calcio come Leeds, dove è una nata una delle due figlie (l’altra ad Ascoli), per chiudere il cerchio in maniera totalitaria e volontaria correndo sull’erba di casa sua, è un capitano. Vero. Con o senza fascia. Uno che da giovane ad Ascoli l’hanno visto anche fare l’imbianchino o il benzinaio. Bianconero dentro. Il Bellusci che abbiamo ammirato negli ultimi sei mesi, a cospetto di doti che farebbero prevalere il fisico alla tecnica, ha messo sul tavolo anche giocate di qualità sopraffina, letture dovute ad età e cultura difensiva. E poi, se avete tempo, riguardate l’intervista che rilasciò a Palermo nel 2019 con la squadra totalmente abbandonata a se stessa ed in corsa per la serie A. Guardate i suoi occhi. Misurate il tono della voce. Era a Palermo, una città con venti volte gli abitanti (e di conseguenza i tifosi) di Ascoli. Uno così vive da capitano. Anche senza fascia.

Di Nicola Leali abbiamo già parlato, dei tre condottieri è senza dubbio quello più silenzioso (oddio, dopo l’anno di partite a porte chiuse la sua voce l’abbiamo ormai salvata in memoria) che è una certezza con alle spalle un altro capitano silenzioso, quell’Enrico Guarna che ha percorso chilometri come Bellusci in giro per l’Italia e che oggi è di nuovo a casa, o meglio in quella che la vita gli ha riservato come casa. E non sorprendetevi se, per circostanze più o meno volute, la fascia dovesse finire anche sul braccio di Marcel Buchel. Forse non lo sapete, ma ha già fatto parte, ad Empoli, della "Combriccola di Peppe Recoba"…

Daniele Perticari