L’ASCOLI VA DI CORSA

Seconda vittoria di fila e la zona salvezza è a un passo. .

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SALERNITANA

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(3-4-2-1): Leali; Ferigra, Brosco, Ranieri; Padoin, Cavion (45’ st Pucino), Petrucci (28’ st Troiano), Sernicola; Morosini (15’ st Eramo), Ninkovic (28’ st Costa Pinto); Trotta. In panchina: Marchegiani, Novi, Valentini, De Alcantara, Maurizii, Piccinocchi, Matos, Di Francesco. All. Dionigi

SALERNITANA (3-5-2): Micai; Karo, Billong, Jaroszynski (11’ st Heurteaux); Cicerelli (31’ st Gondo), Akpa Apro (11’ st Capezzi), Di Tacchio, Kiyine, Lopez; Giannetti (1’ st Cerci) (47’ st Iannone), Djuric. In panchina: Vannucchi, Migliorini, Galeotafiore, Curcio. All. Ventura

Arbitro: Dionisi di L’Aquila

Reti: 7’ Trotta (A), 15’ Ninkovic (A), 4’ st Trotta (A), 10’ st Kiyine (S), 41’ st Djuric (S).

Note: ammoniti Morosini, Lopez, Trotta, Troiano, Gondo. Recuperi: 3’ pt, 5’ st.

Ora si può dire apertamente: la Salernitana ieri sera non ha mai avuto scampo. Mai, fin dall’ingresso in campo per il riscaldamento. E la partita, di conseguenza, non poteva che finire così, con una vittoria meritata dei bianconeri. In che senso non ha mai avuto scampo? La risposta è semplice e chi era allo stadio la conosce: come si può vincere in 11 contro 24? I campani, infatti, hanno giocato contro undici avversari in campo, uno a bordo campo (Dionigi) e dodici (i giocatori della panchina bianconera) in tribuna. Un coro unanime quello del Picchio, magistralmente diretto dalla voce baritono di Davide Dionigi, scatenato a due passi dal prato verde. In tribuna i tenori Eramo e Troiano (poi spediti in campo) i mezzosoprani Valentini, Pucino e Costa Pinto (anche loro subentrati), i contralti Marchegiani, Novi, Matos, Maurizii, De Alcantara, Piccinocchi e Di Francesco. Tutti emotivamente uniti, granitici, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, duello dopo duello. Un vociare continuo e instancabile, come di un sol uomo. La Salernitana forse ha creduto di potercela fare, dopo il 3-2 di Djuric. Era solo un’illusione. Mentre la realtà oggi dice che il Picchio è a un passo dalla zona salvezza. Crederci, senza passare per i playout, è d’obbligo.

La gara. Se Sparta, cioè la Salernitana, non ride con le sue tante assenze, dall’altra parte San Dionigi da Atene non può dire di essere esattamente al completo: all’appello mancano gli squalificati Gravillon e Brlek, oltre ad Andreoni e soprattutto Scamacca. Il tecnico emiliano conferma il trio arretrato Ferigra-Brosco-Ranieri, a centrocampo schiera Padoin sulla destra, Cavion-Petrucci centrali e Sernicola sulla sinistra mentre davanti ci sono i ‘soliti’ Morosini e Ninkovic a supporto del bomber di riserva Trotta. Alla faccia della ‘riserva’ l’ex Frosinone sarà il protagonista assoluto della gara: come sospinta dalle urla di tecnico e compagni, la maglia numero 18 vola imprendibile come un aquilone tra le statiche casacche granata. Al 7’ la prima scintilla. Sugli sviluppi di un angolo recupera il pallone al limite dell’area, si accentra accelerando all’improvviso e lascia partire un sinistro, sporcato da Billong, che sorprende un impreciso Micai. Vantaggio più che legittimo di un Picchio molto, molto più carico del suo avversario. La Salernitana viene letteralmente sbranata su ogni pallone e al quarto d’ora arriva il 2-0: Ninkovic si incarica di battere il calcio di punizione da posizione defilata assegnato dal signor Dionisi, un paio di metri oltre la lunetta del corner. La sua traiettoria al veleno, tagliatissima, attraversa l’area e si infila sul secondo palo. Al 35’ potrebbe arrivare il tris, che sarebbe anche meritatissimo, ma Micai è fenomenale nell’opporsi alle conclusioni ravvicinate prima di Trotta e poi di Morosini. La prima frazione si chiude con un doppio vantaggio che in realtà sta stretto ai padroni di casa.

Poco male, questioni di minuti: pronti-via e al 4’ della ripresa ancora Trotta timbra il cartellino. E’ un erroraccio di Billong, serata nera per lui, a favorire la fuga del numero 18 che si conclude con un preciso fendente sul secondo palo. Tris bianconero, con pieno merito. A questo punto, e solo a questo punto, la Salernitana dà segnali di vita. A dare una mano, in tutti i sensi, ai campani è Ferigra, che al 54’ tocca la palla in area con l’arto sbagliato. Rigore ineccepibile, Kiyine è freddo dagli undici metri e accorcia le distanze.

Gli uomini di Ventura, fino a quel momento del tutto assenti, iniziano a provarci sul serio ma l’Ascoli non dà mai l’impressione di poter cedere. All’86’ Djuric, ex di turno insieme a Di Tacchio, illude i suoi infilando Leali con un pallonetto di testa. Non sapeva che la sua squadra, contro i ventiquattro guerrieri bianconeri, non aveva scampo. Ora sotto con l’Empoli, sempre al Del Duca

Gigi Mancini