"L’Ascoli è sulla buona strada E ai playoff può succedere di tutto"

Franco Colomba a tutto campo dal Picchio a Sottil: "Credetemi, gli spareggi sono imprevedibili"

Migration

Di campionati ne ha vissuti tanti, da giocatore e da allenatore, ad Ascoli (dove ha conquistato una salvezza storica) ha lasciato il cuore e tra i suoi ex allievi, molti dei quali oggi siedono in panchina, c’è anche Andrea Sottil. Nel sabato in cui il campionato di B si ferma è Franco Colomba a fare il punto della situazione, in casa bianconera e, in generale, nel torneo cadetto.

Colomba, ricorda Andrea Sottil in quell’estate del 2003?

"Certamente. L’ho allenato qualche mese, perché poi le strade con la Reggina si separarono, ma il periodo in cui ho avuto modo di lavorarci ne ho apprezzato la personalità oltre che le doti tecniche. Ho un bel ricordo, di un ragazzo di temperamento ma molto educato. Tecnicamente era un ottimo difensore, in grado di giocare anche come regista basso grazie ad un buon piede. Proprio queste caratteristiche gli hanno permesso di fare la carriera di spessore che ha fatto. Oggi ha trasferito queste attitudini nelle vesti di allenatore. Vedo che la squadra lo percepisce e lo percepiscono anche i tifosi, sono molto felice per lui". Ascoli protagonista di una stagione molto positiva: come vede il cammino dei bianconeri? "Per ora è un campionato importante. Ci sono state diverse serie di risultati utili conditi anche da colpi preziosi in trasferta. Il Picchio è sulla buona strada per i playoff e, credetemi, ai playoff può succedere di tutto, quindi assolutamente non si deve demordere".

Tra una settimana c’è la sfida al Pordenone, col covid che però non lascia tranquilli.

"L’epidemia purtroppo condiziona i campionati ormai da anni, anche se ora i tempi di recupero sembrano ridotti, speriamo bene. Riguardo il Pordenone credo che la classifica conti, a patto che la trasferta di Vicenza sia stata una lezione ben recepita".

Campionato di B con tanti suoi ex allievi in panchina e ancora sette partite da giocare: si aspetta qualche sorpresa?

"Oltre a Sottil, vado a memoria, ci sono Lucarelli, Stellone e Modesto, oltre a tantissimi professionisti che ho incontrato a vario titolo. Riguardo le sorprese il discorso playoff sembra una cosa tra Ascoli, Perugia e Cittadella, ma mi auguro rientri in corsa anche la Reggina, altra piazza calda a cui sono legato. In alto punto sulla Cremonese, allenata da un bravo tecnico (Pecchia ndr) che ha trovato un’ottima intesa col suo ds, nonché mio ex giocatore, Giacchetta".

Italia fuori dal mondiale per la seconda volta, fa male anche scriverlo: come si supera una fase del genere?

"Enorme amarezza. Riguardo la gestione tecnica degli azzurri dico che così come c’è stata un po’ di buona sorte nel vincere l’Europeo, oltre agli indubbi meriti di Mancini, è anche vero che c’è stato un destino beffardo oltre ogni immaginazione in queste qualificazioni. Tutto ciò che poteva andare male è andato male e il tiro di Trajkovski è stata l’ultima beffa. Per il resto quando il 30% dei vivai è italiano e il 70% continua ad essere straniero vuol dire che non abbiamo capito niente. Benissimo guardare i talenti fuori casa, ma credo si debba prima guardare in casa nostra".

Gigi Mancini