L’omaggio dei tifosi a Reno Filippini

Ogni anno, in ricordo di Reno Filippini, una nutrita rappresentanza del tifo bianconero di Ascoli depone un mazzo di fiori e ricorda il giovane con cori. Una targa inossidabile ricorda l'esempio e il sacrificio di Nazzareno Filippini.

L’omaggio dei tifosi a Reno Filippini
L’omaggio dei tifosi a Reno Filippini

Come ogni anno, nella ricorrenza di quel maledetto 9 ottobre, anche ieri, una rappresentanza del tifo bianconero ha voluto rendere omaggio all’indimenticato Reno Filippini deponendo un mazzo di fiori e ricordandolo con cori. L’appuntamento previsto è andato in scena intorno alle 21.30 nei pressi della targa posizionata sulla ringhiera del ponte Rozzi, a due passi da quella curva sud dello stadio Del Duca, che oggi momentaneamente non c’è, ma che ha segnato l’esistenza di tanti. Ancora una volta è stata una nutrita partecipazione di sostenitori bianconeri, della vecchia e della nuova guardia, a non far mancare il proprio caloroso abbraccio 35 anni dopo dai terribili fatti di quell’Ascoli-Inter dell’88 (1-3) che purtroppo costarono la vita al giovane ascolano.

"Acciaio inossidabile e cornice bianconera – si legge nelle righe diramate via social dagli Ultras 1898 –. L’abbiamo voluta così la targa in suo ricordo. Perché restasse identica e non si rovinasse col passare del tempo. Inossidabile come il suo ricordo. L’abbiamo realizzata raccogliendo i fondi all’interno della sua curva, dove nessuno è passato indifferente senza buttare una monetina nel bussolotto agli ingressi della sud. È una targa diversa dalle solite, che rapisce l’occhio, non puoi non notarla. Sta lì, sulla destra del ponte, a ricordare ai giovani che si avvicinano al Del Duca per la prima volta, che la curva è sacra anche perché bagnata dal sangue. Sta lì, sempre identica, a dirci che ad Ascoli non si è tifato per l’Inter e per le grandi squadre, ma ci si è combattuto aspramente e anche fisicamente. È un ricordo ma anche un monito. Una targa silenziosa, essenziale, che parla nell’inconscio e ti dice: "Io resto sempre uguale, non ho avuto tempo per cambiare" e ti mette un po’ in imbarazzo mentre tu vai a fare il video della curva per pubblicarlo su Facebook con l’occhio alla Champions League (o almeno lo speriamo). È a suo modo un manifesto antimodernista, un’allegoria del tifoso che mentre tutto scorre, tutto cambia, cambiano i giocatori, le società, gli orari, i regolamenti, gli arredi dello stadio, i punti per la vittoria, le squadre, il tifoso rimane fermo, identico, inamovibile, fedele, inossidabile, passionale, irrazionale nel suo spirito forgiato anche dall’esempio e dal ricordo di Nazzareno Filippini. E una volta all’anno permetteteci di dedicargli una partita, uno striscione, un articolo e dichiarare al mondo che nell’animo non vogliamo cambiare, glielo dobbiamo. È il nostro modo per rendergli tributo. Ciao Reno, grazie...".

mas.mar.