Fenati parla dopo la follia a Misano. "A Manzi non volevo fare male. Era un avvertimento"

Intervista al pilota ascolano. "Non ho tirato il freno, il rischio era sotto controllo, Ora non tornerò a correre". Sospesa la licenza sportiva AGGIORNAMENTO La procura apre un'inchiesta

Romano Fenati, prima intervista dopo la follia di Misano

Romano Fenati, prima intervista dopo la follia di Misano

Ascoli Piceno, 11 settembre 2018 - A due giorni dal 'fattaccio' di Misano che ha coinvolto anche il pilota Stefano Manzi, il pilota ascolano Romano Fenati (FOTO) rompe il silenzio e spiega cosa è successo e sopratutto perché è successo. E lo fa direttamente al 'Box 5, la sede del suo fan club, davanti alla mamma Sabrina, che è un po' il suo angelo custode, e ad alcuni amici che gli sono stati vicino in queste ore difficili.

AGGIORNAMENTO Fenati, la Procura apre un'inchiesta / FOTO

Romano, la prima domanda che viene da farle è: cosa è successo 48 ore fa? "Eh, è successo che ho fatto la cazzata più grande della mia vita".

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Perché ha compiuto quel gesto? Qual era la sua intenzione? "Il gesto non era mirato a far del male a Manzi. E' partito come un semplice avvertimento. Volevo solamente fargli capire che doveva calmarsi, perché stava continuamente cercando di buttarmi giù. Non è vero che volevo ucciderlo, come qualcuno ha addirittura sostenuto in questi giorni. Sono una persona buona e non farei del male neanche a una mosca".

Però era consapevole del rischio che stava facendo correre a Stefano Manzi? "Sì, certo che ne ero consapevole. Infatti il rischio era sotto il mio controllo".

In che senso? Ci spieghi meglio. "Beh, nel senso che il mio gesto è stato appena accennato. Non ho tenuto il freno tirato".

Il Codacons ha inviato un esposto alla procura di Rimini per tentato omicidio? Le fa paura questa cosa? "Sicuramente sono parole che potrebbero mettermi paura, ma la ritengo una cosa eccessiva".

Come giudica la decisione del suo team Sniper di aver rescisso il contratto? "E' difficile rispondere. Non so se me lo meritavo. Però ormai è andata così e non si può far niente. Ribadisco che ho fatto una cazzata ma sono stato giudicato troppo pesantemente da tutti. La cosa è stata ingigantita".

Adesso cosa farà Romano Fenati? "Eh, mi tocca tornare a scuola (sorride, ndr). Ne approfitterò per terminare gli studi al liceo linguistico, visto che mi mancava un anno e non sono mai riuscito a completarlo a causa dei miei impegni in moto".

Tornerà a correre? "No, per il momento sono troppo amareggiato e non ho intenzione di tornare a correre. Poi, con il passare del tempo, vedremo cosa accadrà".

Intanto, la procura di Rimini sta seguendo con attenzione la vicenda, procedibile d'ufficio e sta valutando l'apertura di un fascicolo sulla manovra di Fenati contro il pilota di Sant'Arcangelo. Inoltre, sta attendendo di acquisire l'esposto presentato dal Codacons che ipotizza il reato di tentato omicidio. Sulla base di questo verranno valutati i profili penali e disposta l'acquisizione di elementi come i filmati della gara: 

E il Tribunale della Fmi (Federazione italiana motociclistica) ha deciso di usare il pugno duro: riunitosi per esaminare la richiesta di misure cautelari nei confronti di Fenati, gli ha contestato la violazione dell'articolo 1.2 del regolamento di giustizia. "Vista la gravità dei fatti, la richiesta del procuratore federale è stata integralmente accolta e il Tribunale ha disposto per Fenati - fa sapere la Fmi - la sospensione di ogni attività con conseguente ritiro della tessera e della licenza velocità, fissando inoltre l'audizione dello stesso - che ha facoltà di farsi assistere da un difensore - per il 14 settembre".