{{IMG_SX}}Bologna, 4 luglio 2007 - Pioggia di ricorsi contro il People mover, il trenino stazione-aeroporto voluto a Bologna dalla giunta Cofferati. L'associazione "Il Metro' che vorrei" ha raccolto e presentera' "domani o dopodomani" al Tar dell'Emilia-Romagna quelli di 13 cittadini, che si aggiungono al ricorso gia' presentato nelle settimane scorse da una cittadina.

 


Ma il Comune, pur criticandola duramente, afferma di non temere la battaglia legale sull'opera da circa 100 milioni di euro che verra' affidata e gestita per trent'anni da privati: "Non c'e' nessun rischio di alcun genere- assicura l'assessore ai Lavori Pubblici e alla Mobilita' Maurizio Zamboni- queste iniziative non fermeranno il procedere della realizzazione attuativa del People mover". Ma a Palazzo D'Accursio si sta pensando pero', per evitare le incognite di un bando ad agosto, di fare uscire il bando gia' praticamente pronto (martedi' scorso la giunta Cofferati ha varato l'accordo con Sab) solo a settembre.
Un ulteriore slittamento che potrebbe dare il tempo al tribunale amministrativo di valutare il merito dei ricorsi dei cittadini, basati sostanzialmente sul fatto che l'opera non sarebbe prevista dai piani paesaggistici di Regione Emilia-Romagna e Provincia di Bologna. Argomenti sposati, oltre che dai guazzalochiani in Comune, anche dai consiglieri di Forza Italia nei due enti, che hanno promesso battaglia contro il collegamento soprelevato tra la stazione e l'aeroporto. Zamboni, che ha gia' invitato il presidente del Metro' che vorrei (e consigliere comunale Ltb) Daniele Corticelli a "fare il proprio mestiere", non batte pero' ciglio.

 

"Continuo a ritenere- spiega- che un conto e' l'opposizione politica e concettuale, un conto e' l'uso di strumenti che non sono propri della battaglia politica" . "Il confronto democratico ha questi strumenti- replica Corticelli- Per prima cosa Zamboni si preoccupi di fare tutto secondo le regole e a riflettere sul fatto che un'opera di questa natura e' sbagliata per la citta', un errore strategico". Il Metro' che vorrei, prima di dare il proprio sostegno legale ai cittadini intenzionati a fare ricorso contro gli espropri, ha sollevato anche la questione della presunta insostenibilita' economica del People mover, "tema di assuluta rilevanza pubblica sul quale ci e' stato negato il confronto".


Anche con queste motivazioni Corticelli e i suoi, prima della fiaccolata di protesta arrivata fino a casa di Romano Prodi ("sponsor" eccellente del People mover, per primo il premier rese pubblico il progetto) hanno raccolto circa duemila firme per chiedere a Cofferati di ritirare le deleghe all'assessore Zamboni.