{{IMG_SX}}Bologna, 4 gennaio 2008 - L’IDEA di lanciare Beppe Maniglia candidato sindaco era venuta, «a mo’ di provocazione», alla coppia di umoristi Zap & Ida. "In poco tempo — dice Zap — avevamo raccolto circa duemila firme". In aprile si era anche arrivati a una presentazione del ‘candidato’, al Vag 61, con tanto di servizio di Sky.

 

Intorno al progetto, ammette Zap, "c’era molto entusiasmo". Poi, la cosa si è arenata. Ma Beppe Maniglia — 64 anni, di cui gli ultimi 25 passati in piazza Maggiore con maximoto e chitarra — l’ha presa sul serio. E ora annuncia: "Mi candido sindaco". Entro primavera presenterà ai bolognesi la sua "lista civica indipendente dai partiti".



AL programma, assicura il rocker di strada, "sta lavorando una trentina di persone, gente capace, senza tessere. E abbiamo già il notaio e l’avvocato". Il logo è quasi pronto: la maniglia muscolosa (da sempre simbolo dell’immarcescibile Beppe) sullo sfondo delle Due Torri. Il resto è top secret, ma gli slogan trainanti della campagna elettorale sarebbero due: "Idee sane per cambiare Bologna" e "Le cose che dico, le faccio".



PER chiudere il programma, il think tank che coadiuva Maniglia dovrà riunirsi ancora. Ma il candidato anticipa qualcosa, e promette "una rivoluzione". Sociale: "Massima attenzione per gli anziani". E "il mare in piazza per chi in estate non può andare in vacanza. Si può fare e non costa molto".


Traffico: "Taglio Sirio con la sega elettrica, tolgo la sosta a pagamento e le preferenziali"; via anche i semafori: "Lo fanno già in Germania e gli incidenti sono crollati". Sicurezza: "Vigili in giro giorno e notte. E pattuglie multietniche, perché un vigile albanese i suoi li capisce meglio di uno di Altedo".