{{IMG_SX}}Roma, 4 febbraio 2008  - Assolto per non aver commesso il fatto.  Sono cadute in appello le accuse di rapina per Luigi Ciavardini, l'ex militante dei Nar, condannato in primo a 7 anni e 4 mesi per un colpo in banca, avvenuto nel settembre del 2005, ai danni di una agenzia dell'Unicredit, a Roma. L'assoluzione, pronunciata dal presidente della II corte d'appello, Giuseppe Pititto, è stata emessa in base all'articolo 530 secondo comma del codice di procedura penale, la vecchia insufficenza o contraddittorietà delle prove.

 


In primo grado il gup Adele Rando aveva aumentato la pena, rispetto alle richieste del pm Paolo Auriemma, che aveva chiesto la condanna di Ciavardini a 4 anni e 4 mesi. La decisione del giudice era dovuta al fatto che fu attribuito all'imputato anche il porto abusivo di una pistola e altre tre rapine `minori', con riferimento alla sottrazione di due cellulari ad altrettanti clienti della banca e di un'arma da fuoco a una guardia giurata.
La difesa di Ciavardini, rappresentata dagli avvocati Valerio Cutonilli e Stefano Marsano, aveva optato per il rito abbreviato nella speranza che il caso si chiudesse con un proscioglimento.

 

L'ex militante dei Nar ha sempre negato ogni responsabilità: "Quel giorno ero ospite della festa di Azione Giovani, `Atreju' in Parco delle Tre Fontane, e presentavo in uno stand il mio libro sulla strage alla stazione di Bologna", si era difeso all'indomani del suo arresto.

Nell'aprile scorso la Cassazione ha condannato definitivamente l'ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari), a 30 anni di reclusione per la partecipazione alla strage di Bologna. In quel caso è stata confermata la sentenza della sezione minori della corte d'appello che si era espressa nel 2004.