{{IMG_SX}}Bologna, 7 marzo 2008 - Dei circa 400 anarchici che il 9 febbraio scorso hanno invaso il centro storico di Bologna lasciandosi alle spalle scritte sui muri e danni, per ora ne sono stati identificati soltanto sei. Tutti appartengono all'area anarco-insurrezionalista "bolognese" e sono conoscenze di vecchia data delle forze dell'ordine. La relazione che mette nero su bianco i loro nomi e' arrivata in Procura, sul tavolo del pm Luca Tampieri, qualche giorno fa ed e' frutto del lavoro congiunto della Digos e dei Carabinieri del Ros di Bologna.

 

Se il numero di persone identificato puo' sembrare esiguo, va ricordato che quasi tutte le telecamere di videosorveglianza lungo il percorso del corteo vennero rotte e rese inservibili, e che la maggior parte degli attivisti era camuffato e a volto coperto. A questi sei anarco-insurrezionalisti (le eta' vanno dai 20 ai 46 anni) sono contestati tre reati: danneggiamento aggravato, travisamento e possesso ingiustificato di oggetti atti a offendere. In particolare, la Digos li accusa di aver rotto le telecamere di videosorveglianza installate dal Comune di Bologna.

 

Sono colpevoli, poi, del danneggiamento di immobili (non pero' gli sportelli bancomat) e del fatto di girare armati di bastoni e altri strumenti pericolosi. Infine, hanno violato la legge che vieta il travisamento in occasione di manifestazioni pubbliche.

 

Il fascicolo che venne aperto dalla Procura di Bologna all'indomani del corteo conteneva 11 ipotesi di reato, "dalla lettera 'a' alla lettera 'm'" aveva detto il numero uno di piazza Trento Trieste, Enrico Di Nicola. Oltre agli scontati imbrattamento e danneggiamento, la Procura contestava anche l'istigazione a delinquere, il vilipendio della bandiera italiana e la violenza privata. Il procuratore Enrico Di Nicola tuono' contro alcuni gesti commessi dagli anarchici "che vanno contro la democrazia e in quanto tali vanno puniti" e affermo' piu' volte di "non avere fretta" e di voler lasciare alla Digos e agli inquirenti tutto il tempo necessario per fornirgli "prove certe dei singoli fatti commessi".

 

Ora sono arrivate le prime risultanze di un lavoro lungo e difficile. Non e' escluso arrivino integrazioni ad opera di forze dell'ordine non bolognesi, dato che la stragrande maggioranza dei partecipanti arrivava da piu' parti d'Italia. Se ai sei anarchici identificati sono contestati tre reati, gli altri otto rimangono a carico di persone da identificare.