{{IMG_SX}}Bologna, 29 maggio 2008 - SONO ANDATE letteralmente a ruba le proprietà di Giuseppe Gazzoni Frascara, finite ieri all’asta dopo l’esproprio seguito al fallimento di Victoria 2000, la finanziaria che controllava il Bologna Calcio. Quasi tutta la ‘Bologna bene’ si è presentata nello studio del giudice Maurizio Atzori, che ha condotto le aste. Il pezzo più ambito, fra gli otto lotti proposti, è stata la sontuosa villa di via Santo Stefano, tre piani, la torretta e più di 1.800 metri di giardino. Se l’è aggiudicata l’avvocato Pietro Masetti Zannini De Concina, pagando la bella somma di 3 milioni e 290mila euro. La base d’asta era un milione e 700mila, ma dopo l’apertura delle buste (l’offerta più alta era 2,1 milioni), si è scatenata una ridda di rilanci a suon di 10mila euro, che ha fatto lievitare il prezzo a oltre tre milioni.

 

OVVIAMENTE, non è certo l’avvocato Masetti il vero compratore. Agiva per conto di un cliente, rimasto per ora misterioso. Qualche dubbio è venuto quando in tribunale è comparso Tommaso Gazzoni Frascara, figlio dell’ex presidente rossoblù. Ma l’avvocato smentisce categoricamente: «Non l’ha comprato la famiglia Gazzoni, lo smentisco nella maniera più assoluta. Ovviamente non posso dire il nome del compratore, ma fra tre giorni, come prevede la legge, depositerò il suo nome in tribunale. A quel punto diventerà pubblico».

 

Oltre al ‘castello’ di via Santo Stefano, sono andati venduti anche gli appartamenti di via Barontini, il quartiere generale dove avevano sede la Gazzoni Spa e altre società della sua galassia. E poi un appartamento con garage in via Cesare Battisti, alcune autorimesse di grandi dimensioni. In tutto, gli otto lotti sono stati valutati dal tribunale circa 2 milioni e 700mila euro. Nemmeno lontanamente paragonabili ai 23 milioni di euro di debiti per i quali il giudice dichiarò due anni fa il fallimento di Victoria 2000.Ma il prezzo pagato dagli acquirenti è stato molto maggiore. Oltre al pezzo più pregiato, anche le altre proprietà sono state contese, per lo più da avvocati che agivano per conto di terzi.

 

IL PREZZO FINALE di aggiudicazione è stato mediamente del 50-70 per cento superiore rispetto alla base d’asta. Segno, appunto, del grande interesse suscitato dalle proprietà del combattivo imprenditore, uscito dal mondo del calcio con una scia di polemiche che ancora non si sono placate.