{{IMG_SX}}IL PATRON ROSSOBLÙ Alfredo Cazzola gongola sul traghetto che lo porta in serie A. Ma annuncia, strascico di un’antica ruggine con il sindaco, di prenderne un altro: quello che (presumbilmente) lo porterà lontano da Palazzo d’Accursio e da Sergio Cofferati in occasione del tradizionale ricevimento dei vincitori. Nel giorno del trionfo, la gag sui traghetti fa da sfondo al ritorno del Bologna in Paradiso. La polemica è cominciata con l’assenza allo stadio, nel D-day rossoblù, del sindaco. Il quale nei giorni scorsi aveva annunciato il suo forfait spiegando di dover raggiungere un traghetto per il ponte di inizio giugno, con compagna e figlioletto al seguito.
Una defezione duramente contestata dai tifosi della curva Andrea Costa (e non solo) che a cinque minuti dalla fine della partita hanno indirizzato cori d’insulti al Cinese. E su cui ha ironizzato anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, in tribuna con tanto di sciarpa rossoblù, che non ha resistito alla frecciatina al curaro: «E’ notorio che Cofferati non è bolognese e non tifa per la squadra. Avrà avuto altri impegni importanti... è una questione di sensibilità».

MA TORNIAMO ai duellanti. Questione di feeling, cantava anni fa Cocciante. Beh, tra il sindaco e il presidente del Bologna, il feeling non è mai sbocciato. Poco ma sicuro. Cazzola non ha certo risparmiato le critiche, Cofferati ha sempre disertato gli spalti dello stadio. E così ieri il patron, quando il sindaco gli ha fornito un formidabile assist (messaggio scontato di complimenti e invito a Palazzo per festeggiare il ritorno in A), l’ha colto al volo. «Se ci andrò? Dipende dai traghetti che ho, anch’io devo fare molti viaggi...», ha scandito sarcastico. E mica è finita lì. Cazzola è tornato anche sul progetto Romilia, stoppato dalla Provincia. «Mi dispiace aver perso due anni — ha detto — su un piano di rafforzamento del club che vuole farsi una propria casa. Questo ci penalizzerà nella competitività con altri club. Noi adesso siamo in un limbo, mentre ci sono società che stanno andando avanti». Più tardi, durante il tripudio in piazza, l’ultima stoccata di giornata. Ebbro di gioia sul pullman dei trionfatori, in mezzo a una folla in delirio, Cazzola ha tuonato: «Bologna è una città che merita di essere più ambiziosa». Sarà stato il momento, ma questa frase — certo non ‘dal sen fuggita’ — ha tutto il sapore di una dichiarazione politica. Niente dietrologie, per carità. Ma a pensar male, diceva Andreotti, spesso ci si azzecca...
Comunque il patron rossobù ha incassato ieri il plauso di Gianfranco Fini, dei 35mila del Dall’Ara e dell’intera città. Un trionfo anche personale. Mentre dalla piazza si levavano, qua e là, altri coretti contro il sindaco ‘cremonese’ (e interista).