{{IMG_SX}}Bologna, 17 gennaio 2009 - SE FOSSE basket, Francesco Valiani non avrebbe il benché minimo dubbio: «In questo momento ci serve un canestro da tre punti». E invece è calcio: ed è già una conquista apprezzabile essere diventati la squadra meno battuta del campionato. Alla vigilia del periglioso viaggio al Massimino Valiani riparte da lì, da un Bologna che da due mesi a questa parte non ha mai conosciuto l’onta della sconfitta, pur avendo vinto una sola partita.

 

«L’imbattibilità in un campionato difficile come questo è un valore che dobbiamo tenerci stretto - osserva il ragazzo di Pistoia -. Tutti questi pareggi, che in certi casi sembrano vittorie mancate, si riveleranno preziosi quando a fine campionato faremo la conta dei punti». C’è un però. E qui si torna al basket: «Dovremmo solo imparare a fare più spesso un canestro da tre punti. Così come ci siamo abituati a non perdere, adesso dobbiamo abituarci a vincere più spesso». Anche se il viaggio di domani in casa di un Catania che fin qui davanti al suo pubblico ha raccolto 7 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta, non sembra il luogo più indicato per invertire la rotta.

 

TANT’È: intanto per Valiani un anno se n’è andato e, ripercorrendolo, non è andata malissimo. I dodici mesi in rossoblù del ragazzo che sbarcò sotto le Due Torri proprio a gennaio 2008, proveniente dal Rimini, è anche una storia di perfetta attualità per fotografare un mercato rossoblù in stand-by. «Io sono diventato un giocatore del Bologna nell’ultimo giorno utile - racconta il diretto interessato -. In pratica a un’ora dalla chiusura delle contrattazioni. Sappiamo benissimo che il mercato di gennaio non è una corsa a chi fa prima, ma bisogna avere la pazienza di aspettare il giocatore giusto al momento giusto. Nessuno ha voglia di buttare via i propri soldi e proprio per questo si solito la settimana decisiva è l’ultima».

 

CONCLUSIONE obbligata: «Sono convinto che la società anche in questo frangente farà le cose nel modo giusto». E Valiani, nel suo anno tondo tondo in rossoblù, ha fatto le cose giuste? «Sono sempre molto autocritico con me stesso. Di prestazioni sotto tono ne ha fatte sia in B che in A, dove ovviamente tutto diventa più complicato. I momenti più belli sono stati la vittoria col Pisa nel giorno della promozione e il gol a San Siro col Milan, che valse i tre punti. Il momento più brutto, invece, è stato dopo Cagliari, con l’esonero di Arrigoni: lì, da giocatore, ti rendi conto che paga una persona per i risultati che in definitiva è il giocatore che sul campo determina con le sue prestazioni».

 

DOMANI a Catania Valiani dovrebbe tornare all’antico, ovvero al ruolo di esterno («continuo a considerarmi un giocatore di fascia», dice lui). Valiani da una parte, Adailton dall’altra; in mezzo Mingazzini, Volpi e Amoroso; con i soliti quattro (Zenoni, Terzi, Moras, Bombardini) davanti ad Antonioli e Di Vaio unica punta. E’ il canovaccio che Mihajlovic ha provato a lungo ieri, nell’allenamento a porte chiuse a Casteldebole nel quale il tecnico rossoblù ha dedicato una particolare attenzione alla cura dei calci piazzati. La squadra di Zenga è bravissima a trasformare le palle inattive in gol, ‘specialità’ in cui il Bologna purtroppo ha il suo tallone d’Achille. Per conservare l’imbattibilità, urge trasformarsi in bunker.