Giuseppe Donatacci, i cantautori e l’arte di stupire

E’ una summa di stili e di generi il disco d’esordio dell’omonimo artista, in bilico tra citazioni e invenzioni

Giuseppe Donatacci, 39 anni

Giuseppe Donatacci, 39 anni

Bologna, 16 luglio 2017 - È un compendio di musica ‘Giuseppe Donatacci’ (2016, Hydra Music), il primo album di un omonimo artista, 39 anni, foggiano d’origine, che a Bologna ha realizzato gran parte del suo percorso. Donatacci è pianista, autore di musica per film, per il teatro (musiche per ‘L’alfiere’ di e con Gianvito Pascale) e a lungo militante nella band bolognese dei MAdRE, rock progressive di alta qualità. Musicista raffinato (ha iniziato a otto anni chiedendo ai genitori una clavietta per Natale, come ama ricordare lui stesso), in questa sua prima prova solista ci regala un disco di cantautorato sopraffino, totalmente prodotto in proprio, in cui la ricercatezza degli arrangiamenti, la varietà degli stili e la ricerca di originalità fa da contraltare a testi profondi, immaginifici e narrativi.

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C’è dello stupore – e bisogna darne atto a Donatacci – nel ritrovarsi immersi a pochi minuti dal play in piacevoli atmosfere fumose da piano bar e in strade bagnate di città, confortati da toni e parole che sono omaggi manifesti a maestri come Dalla, De Andrè, Conte, porti sicuri che pensiamo di aver riconosciuto fino a un attimo prima dall’ingresso in scena di una chitarra elettrica, satura, rock, di un’acustica flamenco, un walzer al piano, un’atmosfera latina e chissà quant’altro. Già, perché l’autore, è chiaro già con ‘Nina’, il quarto brano, sa perfettamente come destreggiarsi tra i richiami e l’inedito, tra l’attesa e il capovolgimento, tra i toni romantici e il ritmo irrequieto di un basso pulsante. Il suo gioco è un continuo rimando, è una somma di argomenti noti in grado di generare il nuovo, e cos’è il nuovo poi se non un’opera di bricolage tra elementi perfettamente noti? Basti ascoltare ‘Se in questa o in altre notti’ per crederlo, o l’irriverente ‘Scoperta’.

E’ un viaggio nelle passioni di Donatacci, in summa, questo disco. Testimoniato in brani come ‘Alice and trane’, un residuo di quel progressive che l’autore ha così tanto frequentato, nella strumentale ‘Marta’ e nelle tante citazioni disseminate nota dopo nota. Un disco da ascoltare concentrati, questo è chiaro, possibilmente in cuffia. Per viaggiare tra le epoche e gli stili e goderci, una volta tanto, la bellezza della tanto bistrattata tradizione italiana.

LA SCHEDA Nome: Giuseppe Donatacci Genere: cantautorato / rock / progressive Dove ascoltarlo: l'album omonimo è disponibile su Spotify Il videosu youtube