Bologna, 11 settembre 2018 - Chiusure festive: sarebbe ora di smetterla di trasformare in politica problemi che hanno a che fare col buonsenso, la dignità dei lavoratori e il senso di famiglia. I nostri nonni, quelli di una sinistra sana che non c’è più, hanno lottato 50 anni per diritti che abbiamo perso per il delirio di persone senza cultura che affollano i centri commerciali la domenica. Questo si che è antistorico.
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risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni
TORNIAMO ad affrontare il nodo delle aperture domenicali degli esercizi commerciali che il ministro Luigi Di Maio vuole fortemente limitare. E’ un tema che divide i cittadini. Stupisce, però, l’azzardata considerazione del lettore che indica i frequentatori dei centri commerciali alla domenica come «persone senza cultura». Qui non c’entrano la politica, la famiglia, i diritti storici. Nei festivi già adesso metà Italia lavora e metà no e quindi non si vede perché non si possano tenere i negozi aperti pur attraverso regole che accontentino datori di lavoro e dipendenti. Secondo Confimprese sfiora il 15% la percentuale di forza lavoro che rischia di andare persa con la nuova normativa, mentre sono 19 milioni gli italiani che approfittano delle aperture domenicali. I ristoranti e i bar alla domenica sono aperti. E i gestori non sono pericolosi avversari della famiglia.
beppe.boni@ilcarlino.net
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