Bulli a scuola, chi esagera è giusto che paghi il conto

La lettera

Bologna, 29 aprile 2018 - I bulletti a scuola e per strada ci sono sempre stati. Anche ai miei tempi (e non sono giovane) a scuola, in parrocchia, al campo sportivo. Provenivano sempre da famiglie disagiate. Oggi non serve punire i ragazzi con la bocciatura o la sospensione da scuola, anche perché sono vittime e non carnefici. Bisogna punire i genitori che non hanno fatto il loro dovere di educatori.

wertherpattuelli@fastwebnet.it

risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

I CASI recenti sono troppi e gravi. Gli ultimi: a Lecce hanno usato la maglia di un compagno per pulire la lavagna, a Pesaro una intera classe incitava un alunno a bruciare il prof con l’accendino, a Pisa uno scolaro ha puntato un’arma giocattolo contro il prof. Ci sarà anche colpa parziale dei genitori, ma questi giovanotti sono autori di gesti inqualificabili e non vittime. E parte di responsabilità ce l’ha anche la scuola poichè si arriva a questi eccessi quando la situazione è alla deriva da tempo. I genitori devono seguire meglio i figli, ovvio. Ma anche in un istituto scolastico ci deve essere una meccanismo di controllo severo. In alcune scuole è così in altre no. E i ragazzi devono sapere che quando si oltrepassa il limite poi si paga il conto. Quindi se il Tribunale della scuola emette una sentenza di bocciatura fa una scelta corretta. E anche educativa.

beppe.boni@ilcarlino.net

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