Il carabiniere ucciso e i depistaggi

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 3 agosto 2019 - Sento dire che i due poveri ragazzi, delinquenti, drogati, ubriachi omicidi, ora sono provati. L’altro, il carabiniere invece, che operava per la nostra sicurezza, é morto avendo subito undici coltellate. Poi, questi americani che cercano di dimostrare di essere stati maltrattati. Negli Usa per molto meno si va in galera se la polizia non ti spara prima. Speriamo non finisca come per la funivia del Cermis. Il pilota del disastro fu promosso. patrol44@libero.it 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Torniamo su questa vicenda che ha scosso l’opinione pubblica. Si è creata un’atmosfera surreale dove sembra che l’uccisione del vice brigadiere ammazzato con undici coltellate passi in secondo piano. Parte del dibattito mediatico - politico si è spostato assurdamente anzichè sull’accoltellamento del carabiniere verso la ricerca di misteri e interrogativi sui movimenti dei due delinquenti americani, sui rapporti con pusher da quattro soldi con la collaborazione di un mediatore che gira in bici, sulle mosse dei militari. Il povero Mario Cerciello Rega ha agito con i colleghi anche senza l’arma di ordinanza (dimenticata). Invece di comprendere che forse lo ha fatto per senso del dovere questo aspetto viene spacciato come un altro mistero. Assurdo. In caserma all’americano assassino è stata messa sugli occhi una benda: un gesto inopportuno, ma inoffensivo. Vorremmo invece avvertire più energia nel chiedere una condanna dura e certa per due ventenni la cui condotta ha portato all’uccisione di un servitore dello Stato. Davanti hanno una vita intera: sia per scontare una pena massiccia, sia sperare di ricominciare a vivere. beppe.boni@ilcarlino.net

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