Migranti, i torti della capitana Carola

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 3 luglio 2019 - Cosa non si farebbe per mettersi in mostra. Mi riferisco a quei politici che sono saliti sulla Sea Watch per dare man forte alla capitana. Politici di una dottrina obsoleta, sorpassata, sostenuta da quei nostalgici che, con poca memoria, dimenticano i disastri compiuti nei 5 anni del loro governo. E tutto ciò ringraziando l’ex Presidente Napolitano, artefice di quel governo e di quelli precedenti, incurante delle preferenze del popolo.

Enzo Mantovani, Baricella (Bologna)

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Una cosa è certa: prima di impegnarsi per capire perchè l’Olanda ha scaricato la capitana Carola e la nave Ong, che batte appunto bandiera olandese, rifiutando di accogliere i profughi, i parlamentari del Pd si sono precipitati sulla Sea Watch. Non è certo la loro presenza che ha portato assistenza ai migranti. A questo ci hanno pensato i soccorritori. Più che darsi da fare per risolvere il caso con la diplomazia e la difficile trattativa con i Paesi europei i parlamentari Pd hanno preferito lo show in mare. L’ex ministro Graziano Delrio, presente sulla nave di Carola Rackete la pensa così: «In caso di stato di necessità si possono violare le leggi, come fa l’ambulanza quando passa con il rosso perché qualcuno sta male. Il capitano è responsabile dell’incolumità dei passeggeri, va rispettata la sua scelta, come il percorso della giustizia». La Procura ha invece valutato che non c’era alcun stato di necessità per forzare il blocco della Guardia di Finanza. La verità è che quasi tutti i paesi europei ricevono con fastidio i profughi e scaricano il problema sull’Italia. Il traffico di esseri umani va bloccato e la soluzione va trovata con un piano internazionale in Africa. Ma per ora l’Italia è lasciata sola.

beppe.boni@ilcarlino.net

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