In prima pagina i delinquenti ci vanno da soli

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 11 dicembre 2018 - Il magistrato e scrittore Giancarlo De Cataldo sottolineava, in una trasmissione tv, che la cronaca nera ha assunto nei media un’importanza che non trova riscontro in altri Paesi. La conduttrice si è stupita. Questo la dice lunga sulla consapevolezza del fenomeno proprio da parte di chi ogni giorno sbatte il mostro in prima pagina. Evidenti i riflessi sul tema sicurezza.  Angelo Ravaglia, Lugo (Ravenna)

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

I fatti di cronaca legati ad episodi di nera o giudiziaria hanno sempre avuto grande risonanza a partire dagli anni Cinquanta. Il fascismo invece aveva messo il silenziatore ai giornali per diffondere la sensazione di una società senza traumi. L’omicidio di Wilma Montesi a Roma, le scorrerie della banda Casaroli, il giallo (con delitto) Nigrisoli a Bologna sono stati, per esempio, grandi storie che hanno tenuto banco tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Poi sono arrivati i fatti di mafia, il terrorismo, l’impasto fra politica e corruzione. Cambiano i tempi ma la cronaca nera, sempre più legata alla politica, continua a occupare spazio. I media raccontano anche tutto il resto, buone notizie comprese, ma l’interesse del pubblico rimane legato alla cronaca. E oggi il dibattito sulla sicurezza riscuote l’interesse principale dei cittadini. I delinquenti, in prima pagina ci vanno da soli.  beppe.boni@ilcarlino.net

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