I social vanno usati con prudenza. Chi sbaglia paga

La lettera. Risponde il condirettore del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 3 maggio 2018 - Licenziata per aver denigrato su Facebook la sua azienda: lo dice la Cassazione. La diffamazione c’è anche se non si scrive il nome del diffamato purché sia identificabile. L’insoddisfazione deriva da scarsa autostima che cerca risposte al di fuori mentre sarebbe opportuno lavorare su se stessi. Quanto ai Social, credo che una regolamentazione sia doverosa.  Cristian Carbognani, S. Ilario d’Enza (RE)

Risponde il condirettore del Carlino, Beppe Boni

Troppo spesso ci si dimentica che Facebook è una piazza meno virtuale di ciò che sembra, di fatto è un luogo pubblico, e quindi la frequantazione impone prudenza, evitando di pubblicare contenuti che possano nuocere all’immagine e alla reputazione altrui. Quindi anche della propria azienda. Al giorno d’oggi è evidente quanto Facebook sia sempre più connesso con la nostra vita reale, soprattutto per ciò che riguarda la reputazione o l’immagine. Il terreno dei social è ancora poco regolato rispetto ai mezzi di comunicazione classici e le scivolate sono frequenti. Ovvio che la situazione va rimessa in equilibrio. Norme più chiare devono valere sia per gli utilizzatori, sia per i gestori visto che i dati di milioni di americani sono usciti impropriamente dalla riservatezza. Ma la società non ha avvertito gli utenti.  beppe.boni@ilcarlino.net

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