L’Europa dei paradossi ci assedia

La lettera

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 3 settembre 2018 - L’UE vuole modificare l’ora legale. Non é vitale, ma è giusto? Se non ci fosse, in giugno, il cielo sarebbe già chiaro alle 3 del mattino, la sera farebbe notte alle 20,30. Non spostando più le lancette in avanti butteremo un’ora di luce e saremmo costretti ad accendere le lampadine un’ora prima, aumentando non di poco la spesa di energia elettrica. Mauro Chiostri, Bologna

risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Con ogni probabilità ogni Stato deciderà in autonomia ma l’ora dovrà essere una sola: o solare o cosiddetta legale. Può anche darsi che sia vero, stando ad un sondaggio europeo e alle dichiarazioni del Codacons in Italia, che la maggioranza dei cittadini sia insofferente al cambio d’orario due volte l’anno come si fa con i pneumatici estivi e invernali nelle automobili. Possibile però che la Ue debba manovrare la nostra vita in tutto e per tutto? Almeno sull’orario ogni Stato deve regolarsi in autonomia, anche mantenendo se necessario, e se lo decide, il doppio cambio. Il problema non è cosa fare ma il fatto che l’Europa dei paradossi si mobilita per decidere come mettere le lancette dell’orologio ed è sconsideratamente assente su temi che incidono sulla vita dei cittadini, come avviene per l’emergenza migranti. È l’Europa a due teste, a due velocità. Quella da cambiare. Altro che ora legale. 

beppe.boni@ilcarlino.net

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