Francia, le proteste esprimono il disagio del ceto medio

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 26 novembre 2018 - Se davvero valesse la pena di mettere a ferro e fuoco una città, come sta succedendo a Parigi, per il prezzo della benzina in rialzo si rischierebbero disordini anche in Italia. Anche da noi, infatti, il prezzo del carburante aumenta all’improvviso senza ragioni concrete o almeno comprensibili. Giovanni Bottazzoni, Cesena

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

In Francia, il prezzo dei carburanti in rialzo è solo l’innesco di una protesta che ha radici più profonde. Ed è sbagliato, come fa anche il presidente Emmanuel Macron, addossare tutta la colpa della ribellione collettiva alla destra che fa capo a Marine Le Pen. La rivolta francese esprime soprattutto un senso di profondo disagio dei ceti medi verso il governo che li ha molto corteggiati in campagna elettorale senza poi realizzare completamente le promesse annunciate. La Francia sconta dunque una frattura nella società che coinvolge dipendenti pubblici, impiegati, piccola borghesia. Molte di queste categorie per tante ragioni hanno perso terreno sul versante del benessere e si sentono meno rappresentate di prima. Carburante a parte, il presidente Macron deve recuperare credibilità sociale o altrimenti la situazione rischia di sfuggirgli di mano.  beppe.boni@ilcarlino.it 

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