Una cosa è certa: l’incertezza della pena

La lettera

Bologna, 12 settembre 2018 - Passo l’estate nelle Marche e vedo che il territorio è ben presidiato dai carabinieri: ricordo interventi perfino alle 4 del mattino, con denunce o fermi. Qualcuno protegge i nostri sonni. Però nella maggior parte dei casi, gli arrestati, anche pregiudicati, vengono subito rimessi in libertà. Così si demotivano le forze dell’ordine e si toglie sicurezza ai cittadini.

Enrico Venturoli, Corinaldo (Ancona)

risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

QUALCHE sera fa ero a cena con un questore di una media città del Nord Italia e il discorso è scivolato proprio su questo tema. Non c’è equilibrio fra i provvedimenti delle forze dell’ordine e le scelte finali dei magistrati. Spesso quindi polizia e carabinieri arrestano ladri, spacciatori e truffatori e i giudici li rimettono fuori quasi subito. Ci sono norme malfatte e inadeguate e ci sono magistrati di manica larga nell’interpretare la legge o nel ricercare attenuanti. Inoltre la certezza della pena è la cosa più incerta che esista. Per alcuni reati, come i furti in appartamento, che colpiscono l’intimità delle persone, servirebbe un meccanismo punitivo rapido con la possibilità di scontare la pena in carcere. Ma non accade. In tutto ciò si inserisce una legge sulla legittima difesa da riformare che attende in Parlamento. Perché il cittadino abbia fiducia nella legge serve molto coraggio.

beppe.boni@ilcarlino.net

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