Usiamo l’inglese non per moda ma per necessità

La lettera

Bologna, 28 febbraio 2018 - Una considerazione sull’articolo ‘Basta Jobs Act... ricominciamo a parlare italiano’. Ho frequentato un corso di inglese per comprendere meglio i nuovi neologismi anglicizzanti ed ora si propone di limitarne l’uso perché l’inglese maschera il vuoto di contenuti: non è che il vuoto sia dovuto alla scarsa progettualità politica di chi conia questi termini?

Renato Lucchini, Montelabbate (Pesaro-Urbino)

risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

LA SUA scelta di rinfrescare la conoscenza della lingua inglese è ottima. Questa lingua è fondamentale per la comunicazione e forse bisognerebbe introdurla in modo massiccio già alle scuole elementari. I neologismi sono molto utilizzati sia nei circuiti economici che mediatici e quindi la conoscenza dei significati è importante. Non per questo dobbiamo abdicare alla lingua italiana con forzature evidenti. Non se ne può più di vedere utilizzata, per esempio, la formula fake news, che significa semplicemente notizie false. Una volta dicevamo autoscatto, oggi guai se non si pronuncia selfie, un professionista coinvolto in un progetto diventa stakeholder. Per carità, sono termini necessari se si vuole stare al passo della comunicazione globale. Ma quando dialoghiamo fra di noi se usiamo la lingua italiana nessuno protesterà.

beppe.boni@ilcarlino.net

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