La solitudine dell'ultima roccaforte

C'è un mare blu, da ieri notte, nell'Italia della politica. Con un piccolo puntino rosso nel suo mezzo, Bologna, ultima roccaforte del centrosinistra italiano. La fotografia che restituiscono queste Politiche è quella di una valanga di centrodestra che ha colpito la nostra città senza però travolgerla del tutto. Il Pd, sotto le Due Torri, resta il primo partito, però la crescita di Fratelli d'Italia è imponente. Come nei sondaggi della vigilia, certo, ma alzi la mano chi l'aveva prevista con così tanta forza. Un esempio? Nei collegi uninominali del Senato l'unica nota lieta in tutta la regione, per il centrosinistra, arriva dalla nostra provincia, dove Pier Ferdinando Casini nella notte ha staccato Sgarbi in modo decisivo. Lasciando da parte l'adrenalina dell'immediato post-voto, la realtà è che mai esito elettorale fu più scritto. Bastava andarsi a riprendere qualche dato un minimo recente per capire, ancora prima che si aprissero le urne, che fuori dalle grandi città sarebbe stato un plebiscito per il centrodestra. In Italia e in Emilia-Romagna. D'altronde da dove era arrivata la vittoria di Bonaccini alle regionali del 2020? Dall'exploit del Pd sotto le Due Torri. Senza il quale in viale Aldo Moro, ora, ci sarebbe stata una giunta di centrodestra. Da oggi partiranno le analisi, i commenti, lo studio dei flussi. Per Bologna, invece, inizia un periodo molto particolare e a suo modo indecifrabile, riassumibile in una domanda: che ne sarà della città più progressista d'Italia in un Paese in cui ha trionfato Fratelli d'Italia?