Lavoro domenicale, se regolato non è uno scandalo

La lettera

Bologna, 23 giugno 2018 - L’ idea di non lavorare la domenica deve essere ben valutata, perché gli ‘effetti collaterali’ potrebbero essere notevoli. Se un negozio è aperto 56 ore settimanali (8 ore per 7 giorni), ha bisogno di un certo numero di addetti. Togliendo 8 ore il 15% del personale è in esubero. E con i negozi chiusi, anche le zone sarebbero meno frequentate. In un sistema libero deve esserci libertà. Carlo Amagliani, Pesaro 

risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Il tema nasce dall’ennesimo annuncio degli esponenti di governo. Il ministro Luigi di Maio, infatti, si è detto disposto a ridiscutere il decreto sul lavoro domenicale entrato in vigore con il governo Monti che ha liberalizzato il lavoro festivo nell’ambito del commercio. Ovviamente questa possibile scelta ha già diviso l’Italia e creato polemiche tra favorevoli e contrari. Infatti il lavoro festivo coinvolge milioni di persone. Secondo i dati Eurostat è impegnato di domenica circa il 15,2% degli occupati, quindi circa 3,5milioni di lavoratori in vari settori. La possibilità di lavorare nei festivi, come accade in tanti settori, non è uno scandalo anche se perfino Confcommercio pone dei dubbi. L’importante è dare un equilibrio a questa situazione evitando liberalizzazioni selvagge che possono ledere i diritti dei lavoratori. Non deve essere impossibile trovare una via di mezzo.  beppe.boni@ilcarlino.net

 

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