Legittima difesa, una svolta necessaria

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 12 novembre 2018 - Difendersi è un dovere. In stato di guerra il cittadino ha l’obbligo di usare le armi e qualsiasi altro mezzo per difendersi dal nemico. Perché in stato di pace, allo stesso cittadino, non sono concesse le stesse possibilità, in caso di estremo pericolo per tutelare se stesso e i propri cari da intrusioni di delinquenti in casa? Quest’ultima è sacra e inviolabile.  Wilmer Fornaciari, Casina (Reggio Emilia)

risponde il condirettore del resto del Carlino, Beppe Boni

Partiamo da un punto fermo: non siamo in guerra e quindi l’ottica del ragionamento è quella di un Paese in pace. Dove però la sicurezza dei cittadini è sacrosanta. L’attuale governo, soprattutto per l’impegno della Lega, ha dato una svolta al concetto di sicurezza con la legge sulla legittima difesa (che non esclude l’inchiesta se il cittadino usa un’arma) già passata al Senato e in attesa del voto alla Camera. Su alcuni punti la legge si può migliorare. Però questa svolta era necessaria perchè cambia la prospettiva e introduce il concetto che dinanzi al «legittimo turbamento» e in caso di percezione di pericolo per se e per la propria famiglia il cittadino ha diritto di difendersi. Fino ad ora la legittima difesa è un azzardo: se ferisci un rapinatore rischi un processo e una causa di risarcimento. E così si tutelano più i delinquenti delle vittime.  beppe.boni@ilcarlino.net

 

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