La guerra civile difficile da ricordare con serenità

La lettera

Bologna, 26 aprile 2018 - La guerra, il 25 aprile non era finita, per onore alla storia. Milano era stata liberata, ma sacche di irriducibili armati non si erano arresi e solo dopo la firma di Caserta, 4 giorni dopo, ci fu il cessate il fuoco. Ma anche oltre questa data, vincitori e vinti continuarono ad uccidersi proprio. Ritengo che avere attribuito la Liberazione il 25 aprile 1945 sia stato solo un atto politico. aldebart59@libero.it

risponde Beppe Boni, condirettore de Il Resto del Carlino

Le guerre hanno quasi sempre un inizio e una fine formale. Si consegna la dichiarazione di inizio delle operazioni belliche e si firma il trattato di resa. Sono atti riconosciuti fra le nazioni in campo. Altra cosa fu la guerra civile in Italia, coda sanguinaria del conflitto che vide l’Italia alleata della Germania e poi passata dall’altra parte. La guerra civile seguita alla Liberazione fu uno scontro fra italiani e fino al 1948 continuarono regolamenti di conti e vendette. I partigiani rossi risposero con durezza ad un conflitto che era stato feroce anche dall’altra parte. La verità che la storiografia ufficiale racconta a fatica è che i partigiani comunisti uccisero migliaia di persone che non avevano compiuto atti bellici o di ferocia con la divisa. Furono ammazzati preti, professionisti, imprenditori, cattolici con la prospettiva di aprire la strada alla rivoluzione comunista. Dopo 73 anni la realtà va ricordata con dolore ma con serenità.

beppe.boni@ilcarlino.net

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro