Via le correnti dalla magistratura

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 11 giugno 2019 - I magistrati, nell’esercizio delle loro funzioni, devono essere imparziali verso politica, religione. ideologie, verso il governo e verso l’opposizione. Possono, come tutti, avere ed esprimere opinioni, partecipare a convegni, scrivere libri, articoli... ma devono applicare le leggi, anche se non piacciono. Potranno seguire i regolari iter per impugnarle o chiederne modifiche ma nel frattempo devono applicarle. Stefano Serafini, Bologna 

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Tutto vero ciò che lei ricorda sulle funzioni e sugli obblighi della magistratura: imparzialità , autonomia, distacco dalla politica, aspetto quest’ultimo sancito anche dalla Costituzione. Peccato che non sia sempre così. Il recente caso, non ancora chiarito nei dettagli e nella responsabilità, di alcuni magistrati del Csm che incontravano di notte i big della politica per decidere nomine e spostamenti, è un brutto episodio. Certo, il mondo delle toghe non è tutto così, questa è la punta di un iceberg. Ma trattandosi di uno dei settori più delicati dell’attività dello Stato è comunque preoccupante. Se proprio i giudici che si ergono a custodi della libertà e dell’indipendenza dagli altri poteri si comportano così ad alto livello, si è autorizzati a pensare, sperando di sbagliare, che ci sia di peggio. Le toghe a questo punto devono fare un esame di coscienza molto profondo ed eliminare tutto ciò che può far sospettare una appartenenza alla politica. A cominciare dalle correnti che ancora oggi regolano la vita del Consiglio superiore della magistratura. beppe.boni@ilcarlino.net

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