Maternità surrogata e scelte rischiose

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 10 aprile 2019 - L’amore di una madre non ha confini. Matthew ed Elliott sono due gay sposati in Nebraska. Il loro desiderio era avere un figlio e le famiglie li hanno sostenuti. La mamma di Matthew, la 61enne Cecile Eledge, si è offerta come madre surrogata per la gravidanza di una bimba concepita in vitro. Si può pensare che un bimbo ha bisogno di una figura paterna e materna. Ma ciò che conta è l’educazione che i genitori trasmettono.  Cristian Carbognani​

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Questa vicenda è umanamente, moralmente e clinicamente complicata e contorta. Fin troppo difficile da condividere per la sensibilità di molte persone. L’ovulo, come segnala il lettore, è stato donato dalla sorella di Elliott, Lea Yribe, dopo essere stato fecondato con lo sperma di Matthew. La premurosa zia della bimba è in realtà la madre biologica della neonata, assieme alla nonna, dal punto di vista squisitamente tecnico. Ed uno dei padri è in realtà lo zio. Per orientarsi serve la bussola. La natura, invece, da millenni vede le cose più facili e le ha conservate fino ad oggi. Un bambino è meglio che abbia un padre e una madre naturali. Qualche variazione sul tema può essere possibile, ma il confine a volte è spostato troppo avanti. Certo, il mondo cambia e i punti di vista pure. Ma le manipolazioni di questo genere hanno un retrogusto di egoismo. Certo, la piccola crescerà circondata da affetto e amore. Nessun dubbio. Ma il rischio che sorgano crisi di identità è molto forte. E le possibili conseguenze le pagherà proprio lei.

beppe.boni@ilcarlino.net

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