Migranti, niente sconti a Libia e Tunisia

La lettera. Risponde il condirettore del Carlino Beppe Boni

Bologna, 13 lugkio 2019 - Un ragionamento infelice quello del ministro della Difesa, Trenta. Siccome non c’è più la missione Sophia, allora non si pattuglia. Siamo al punto che l’Italia, un pattugliamento complessivo del Mediterraneo, o lo fa con altre Nazioni e non è in grado di farlo da sola. Ma siamo o no un ‘grande Paese’, come dicono i politici? Mattarella ha imposto tre ministri, Tria, Moavero e Trenta, il primo buono ma gli altri due ... fantonio.vecchione@libero.it

Risponde il condirettore del Carlino, Beppe Boni

Le navi militari saranno schierate a difesa dei porti e in vista ci sono nuovi accordi con Libia e Tunisia per evitare che i gommoni di migranti escano dalle acque territoriali. C’è stato qualche screzio fra ministri, ma questa è la soluzione che si profila. D’altra parte l’Italia deve decidere da sola perché l’Europa non interviene. I porti saranno difesi da navi della Marina e della Gdf per evitare che i natanti Ong riescano ad entrare in porto. La seconda parte riguarda le partenze: l’unico modo per frenare barchini e barconi che continuano ad arrivare a Lampedusa. Mezzi radar e pattugliamenti con aerei e navi italiani serviranno ad individuare le imbarcazioni alla partenza e ad avvertire le motovedette dei Paesi di provenienza che dovranno fermarle. Per fare questo bisogna fornire a Libia e Tunisia mezzi che non hanno. L’Italia invierà altre dieci motovedette alla Libia mentre con la Tunisia è in corso una trattativa per intensificare gli interventi in mare e incrementare i rimpatri. Questi due Paesi devono collaborare. I mezzi per forzare la mano se necessario esistono. 

beppe.boni@ilcarlino.net

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