Difendiamoci dal fuoco amico contro il Natale

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 7 dicembre 2018 - Natale e il presepe, ultimi baluardi di un cristianesimo le cui radici affondano in Europa, non trovano più difensori, anche nella Chiesa. Lo testimonia anche il prete padovano il quale afferma che fare il presepio significa ‘usare i simboli cristiani per battaglie ideologiche’. Mala tempora per il Bambinello venuto tra di noi per diffondere l’amore tra gli uomini.  Renzo Rossi, Conselice (Ravenna)

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

I riti cristiani, il Natale e il presepe ogni anno in questo periodo devono difendersi dal fuoco amico. C’è sempre qualcuno, soprattutto nelle scuole per l’infanzia, che in base ad un malinteso senso del rispetto e dell’accoglienza verso gli stranieri, propone di sbianchettare o diluire i simboli cristiani. Ai musulmani che fanno parte della nostra società e che sono integrati non frega assolutamente nulla di tutto ciò. Coabitano con la nostra religione e pensano soprattutto alla loro. In Veneto un paio di settimane fa una bambina ha organizzato una raccolta di firme a scuola affinchè venisse ripristinato il none di Gesù Bambino tolto dalla canzone di Natale dalla «solita» maestra illuminata in virtù del rispetto delle religioni altrui. Hanno firmato anche i bimbi islamici. Le nostre radici e i nostri valori non vanno nascosti: vanno affermati. Nel rispetto di quelli altrui. beppe.boni@ilcarlino.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro