No vax? Dalla parte dei bambini

Bologna, 15 gennaio 2019 - L’Italia del sì ogni tanto perde la pazienza e fa valere le regole codificate da buonsenso e leggi certificate. No tav, No triv, No tap, No vax: la truppa del «c’è chi dice no» è molto frequentata. E mentre a Torino, trascinati dalle madamine, sono scesi in piazza in 30mila per l’Alta velocità, a Pesaro i presidi di alcune scuole hanno agito per legittima difesa contro papà e mamme No vax. Sono dovuti ricorrere agli avvocati contro i genitori che si affidano più alla verità di google che a quella della comunità scientifica. Così le segnalazioni sono diventate una inchiesta con quaranta indagati, accusati di aver mandato i figli alle scuole dell’infanzia privi di vaccinazioni.

Presidi spietati? No, hanno applicato la legge. A forza di avere a che fare con i comitati che rifiutano tutto, quando un funzionario pubblico compie una scelta normale è percepita come un’eccezione. Ha fatto notizia perfino Beppe Grillo, talmente bastian contrario che dopo una vita politica da No vax ha fatto retromarcia firmando l’appello del virologo Roberto Burioni per il sì, contro le divulgazioni di pseudoscienziati e ciarlatani. Peccato che sia la magistratura a dover mettere un punto fermo sull’obbligo dei vaccini. Già il governo, in due legislature, ha fatto confusione arrivando alla tappa finale, dopo quattro modifiche, chiudendo la partita con l’ultimo emendamento al milleproroghe: chi frequenta la scuola dell’obbligo deve presentare il certificato delle Asl mentre i più piccoli (nido e scuole dell’infanzia) devono essere vaccinati altrimenti è negata la frequenza.

La libertà individuale vale sempre, ma deve fermarsi quando incide sulla libertà altrui e sulla salute. Un concetto acquisito dalla comunità scientifica, che non è composta da gente qualsiasi, ma da scienziati, medici, esperti. Come il professor Roberto Burioni, appunto. Nel campo della salute non si può improvvisare, bisogna appoggiarsi ad una base elaborata da chi sa quel che dice. Così funziona il mondo. Non ascoltare la scienza è oscurantismo e se ci sono leggi che ne codificano il significato bisogna avere il coraggio di farle rispettare. Come hanno fatto i dirigenti didattici di Pesaro, anche se dall’altra parte ci sono mamme e papà. E in mezzo i bambini, che sono poi quelli da tutelare.

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