Fiumi, attenzione ai predoni dei pesci

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 3 maggio 2019 - La primavera è inoltrata e le rondini sono tornate a volare in Val Padana. Nei fossi e negli stagni, invece, non gracidano più le rane. E con le rane sono scomparse anche pesci teleostei, come il luccio, e la tinca non nuota più nei fiumi. Stupisce che i media enfatizzino lo spiaggiamento di un capodoglio, non in pericolo di estinzione, e passino sotto silenzio un disastro ecologico qual è la scomparsa di altri esemplari. g.felisatti@libero.it

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Il WWF si è impegnato anche in Parlamento per salvaguardare almeno una ventina di esemplari che popolano i laghi e i fiumi: fra questi ci sono tinche e lucci oltre a trote marmorate, carpione del Garda o carpa del Fibreno. Ma dovrebbe essere lo Stato, più che le Regioni, ad impegnarsi con direttive più severe volte a preservare l’ecosistema dei fiumi e il patrimonio ittico. Lanciamo questo appello e speriamo che venga raccolto. Vanno registrate anche iniziative positive: al lago Trasimeno sono stati immessi oltre un milione di pesci fra lucci e carpe. Ciò che possono fare invece gli enti come Regioni e Comuni, insieme ai carabinieri forestali, è dare un giro di vite ai controlli sui predoni dei fiumi e dei laghi che con sistemi illegali (corrente elettrica, reti proibite, uso di ammoniaca) ripuliscono intere aree portando via quintali di carpe da rivendere all’estero. I predoni del pesce sono quasi tutti dell’Est (soprattutto rumeni) che pescano di frodo durante la notte. Succede nelle provincie di Modena, Ferrara, Bologna e chissà dove ancora. I danni causati da questi delinquenti sono gravissimi e la soglia di attenzione va alzata.  beppe.boni@ilcarlino.net

 

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