Quello che gli uomini non dicono

Bologna, 2 luglio 2020 - E le donne dove sono? Sia nella corsa a sindaco sia in quella a rettore, con ogni probabilità, non ci saranno candidate. E’ una sconfitta per tutti. E’ un impoverimento per la città, uno stimolo in meno per il percorso, un cruccio per la società civile. Non amiamo le riserve indiane né le quote, siano esse di ogni tipo: azzurre, rosse, verdi, argento.

Se togliamo dal mazzo Cathy La Torre (che comunque non ha grandi probabilità di successo nella corsa delle primarie del centrosinistra per Palazzo d’Accursio) o Silvia Giannini (il nome della ex vicesindaco circola con insistenza da qualche settimana), non ci sono altri nomi in ballo. E per il rettorato è forse pure peggio.

Qui però non si tratta di quote, ma di dibattito. Ci sono temi da cambiare e una rappresentanza da illustrare anche ai vertici: le ricercatrici sono la maggioranza, ma quando si sale di fascia con i professori sono i maschi a tornare i più numerosi. Non è solo una questione di tempi del vivere, di gestione della famiglia, i temi che di solito noi uomini accostiamo – brutalmente – alla donna.

È una questione di merito, di carriera, di abolizione dello status quo e della solita compagnia di giro. Quello che gli uomini non dicono è che nelle società dove non sia richiesta per legge (e qui andiamo al 2011) una presenza femminile nei cda, il numero dei board che sono per un terzo rosa è appena del 31%.

L’osservatorio Cerved-Fondazione Bellisario 2020 ci mostra poi che le donne che ricoprono il ruolo di ad nelle grandi imprese sono solo l’8%.

La parità di genere anche nelle competizioni elettorali imporrebbe a tutti uno scatto. Ed è interessante l’indagine di Matteo Lepore di cui vi raccontiamo nelle prossime pagine. L’assessore il tema se l’è posto. Ma i partiti? E le ‘correnti’? E in Università?

 

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