Diciotti, migranti sfruttati due volte

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 23 febbraio 2019 - Il voto nella giunta per le autorizzazioni a procedere che ha bocciato (75% dei voti) la richiesta dei magistrati di processare Salvini, può essere l’alba di una nuova era. Un’epoca che archivi gli interventi in politica della magistratura. Questa deve perseguire di più i reati e punire i delinquenti come ladri e rapinatori. Per scrivere la parola ‘fine’ a 30 anni di giustizialismo, serve un atto di sincerità anche dalla sinistra.

Massimo Franceschi, Bologna

 

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Su questo tema i Cinquestelle si sono spaccati, ma la maggioranza ha tenuto. D’altra parte processare il ministro dell’Interno per il caso Diciotti sarebbe stato surreale. Il no allo sbarco sarà anche stata una scelta controversa, ma intanto ha costretto altri Paesi, che predicano bene e razzolano male, ad aprire gli occhi le frontiere. Il caso Diciotti è stato utilizzato in buona parte in modo strumentale per mettere in cattiva luce il governo e soprattuto il ministro Salvini mentre l’Europa, e molti cittadini italiani, si scandalizzano meno per le posizioni rigide della Francia che respinge bruscamente gli immigrati alle frontiere controllando anche i treni provenienti dall’Italia. Sul caso Diciotti poi le sorprese non finiscono. Ora 41 migranti, probabilmente sollecitati da qualcuno in malafede, fanno causa a Salvini e al premier Conte per la privazine della libertà. Invece di prendersela con gli scafisti denunciano chi comunque li ha salvati e accolti. Così, dopo gli schiavisti, vengono nuovamente sfruttati a loro insaputa. beppe.boni@ilcarlino.net

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