Il tablet, amico imperfetto per i bimbi

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 27 ottobre 2018 - Giorni fa ero a pranzo in un ristorante dell’Appennino bolognese. Vicino a una tavolata, un tavolino con un bimbo sui 3 anni seduto davanti a un tablet che trasmetteva cartoni animati. Era solo, pollice in bocca, occhi sbarrati sul tablet. Mi si è stretto il cuore. Il tablet faceva da babysitter e i parenti non erano disturbati nel pranzo. Credo si sia toccato il fondo dell’egoismo.

Laura Maccaferri, Bologna

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

I bambini oggi imparano prima ad usare il tablet e poi a pronunciare la parola mamma. Ovviamente è un paradosso ma indica il segno dei tempi. Quando noi eravamo piccoli si giocava con le automobiline o i soldatini, oggi i piccoli imparano prestissimo a maneggiare tablet e giocattoli interattivi. Nello specifico non è un male, poichè la tecnologia di oggi è applicata anche all’intrattenimento e ai giocattoli. Del resto già alle elementari, dove è possibile, si insegna ai giovani scolari come usare un computer. Detto tutto ciò, meglio non affidare la compagnia di un piccolino di 3 anni a un tablet che, per quanto intelligente, non ha cuore nè anima e non sorride. La tecnologia va fatta conoscere gradualmente ai bambini con equilibrio e formazione. Se utilizzata bene è un beneficio, se utilizzata male, nelle forme e nell’intensità, è un’arma pericolosa. beppe.boni@ilcarlino.net

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